XIII - Donato Menichella, Stabilità e sviluppo dell'economia italiana 1946-1960a cura di Franco Cotula, Cosma O. Gelsomino e Alfredo Gigliobianco

Direttore generale dell'IRI dalla fondazione alla seconda guerra mondiale, Menichella fu uno dei protagonisti della riforma bancaria del 1936. Nel dopoguerra fu governatore della Banca d'Italia dal 1947 al 1960.

Nella visione di Menichella, la stabilità monetaria era la premessa dello sviluppo economico e la condizione per il successo della politica di liberalizzazione del commercio con l'estero. I risultati ottenuti dall'economia italiana negli anni Cinquanta furono tra i migliori in Europa, sia dal punto di vista della stabilità monetaria che da quello dello sviluppo. Il ripristino della convertibilità della lira, verso la fine del decennio, coronò questa politica.

In campo bancario, Menichella si trovò a gestire l'applicazione della riforma decisa alla metà degli anni Trenta. Capisaldi della sua politica, orientata alla stabilità, furono la separazione tra la banca e l'impresa industriale, il mantenimento di una molteplicità di centri indipendenti di erogazione del credito, la difesa della funzione delle banche locali.

Il libro raccoglie le lettere di Menichella, gli appunti a lui attribuiti, i discorsi, i verbali delle riunioni dai quali emerge la figura del banchiere centrale protagonista della ricostruzione e del boom economico; si coglie il confronto di opinioni all'origine di scelte cruciali di politica economica. I documenti, in buona parte inediti, sono tratti dall'archivio della Banca d'Italia e da numerose altre fonti. Sono inoltre raccolte, in un tomo a parte, le «Considerazioni finali» alle relazioni annuali della Banca d'Italia, che costituiscono una manifestazione unitaria e organica del pensiero di Menichella e una insostituibile fonte di documentazione sulla storia dell'economia e della politica economica italiana del dopoguerra.

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