Bollettino Economico n. 1 - 2022

La ripresa si è rafforzata negli Stati Uniti e in altri paesi avanzati...

Dopo un diffuso rallentamento dell'attività economica nel terzo trimestre, alla fine dello scorso anno sono emersi segnali di un ritorno a una ripresa più sostenuta negli Stati Uniti e in altri paesi avanzati, a fronte di una prolungata debolezza nelle economie emergenti. La recrudescenza della pandemia e le persistenti strozzature dal lato dell'offerta pongono tuttavia rischi al ribasso per la crescita. L'inflazione è ulteriormente aumentata pressoché ovunque, risentendo soprattutto dei rincari dei beni energetici, di quelli degli input intermedi e della ripresa della domanda interna. La Federal Reserve e la Bank of England hanno avviato il processo di normalizzazione delle politiche monetarie.

...mentre ha rallentato nell'area dell'euro

Nell'area dell'euro il prodotto ha invece decisamente decelerato al volgere dell'anno, per effetto della risalita dei contagi e del perdurare delle tensioni sulle catene di approvvigionamento che ostacolano la produzione manifatturiera. L'inflazione ha toccato il valore più elevato dall'avvio dell'Unione monetaria, a causa dei rincari eccezionali della componente energetica, in particolare del gas che risente in Europa anche di fattori di natura geopolitica. Secondo le proiezioni degli esperti dell'Eurosistema l'inflazione scenderebbe progressivamente nel corso del 2022, collocandosi al 3,2 per cento nella media di quest'anno e all'1,8 nel biennio 2023-24.

La BCE ha deciso di ridurre gradualmente gli acquisti e di mantenere una politica monetaria espansiva

Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ritiene che i progressi della ripresa economica e verso il conseguimento dell'obiettivo di inflazione nel medio termine consentano una graduale riduzione del ritmo degli acquisti di attività finanziarie. Il Consiglio ha inoltre ribadito che l'orientamento della politica monetaria resterà espansivo e la sua conduzione flessibile e aperta a diverse opzioni in relazione all'evoluzione del quadro macroeconomico.

Anche in Italia il PIL ha nettamente decelerato

La crescita in Italia è rimasta elevata nel terzo trimestre del 2021, sostenuta dall'espansione dei consumi delle famiglie. Successivamente il prodotto ha rallentato: sulla base dei modelli della Banca d'Italia, nel quarto trimestre il PIL avrebbe registrato una crescita attorno al mezzo punto percentuale. L'incremento del valore aggiunto si è indebolito sia nell'industria sia nel terziario.

La risalita dei contagi accresce la cautela dei consumatori

Il rialzo dei contagi e il conseguente peggioramento del clima di fiducia hanno penalizzato soprattutto la spesa per servizi. Secondo le intenzioni rilevate nei sondaggi condotti tra novembre e dicembre, le imprese prevedono per quest'anno una decelerazione degli investimenti.

La dinamica delle esportazioni resta sostenuta...

Nel terzo trimestre le esportazioni italiane hanno continuato a crescere, supportate dalla ripresa del turismo internazionale. L'avanzo di conto corrente si mantiene su livelli elevati nonostante il peggioramento della bilancia energetica; la posizione creditoria netta sull'estero si è ampliata.

...e aumentano occupazione e forza lavoro

Dall'estate la ripresa della domanda di lavoro si è tradotta in un aumento delle ore lavorate, in una riduzione del ricorso agli strumenti di integrazione salariale e in un recupero delle assunzioni a tempo indeterminato. La rimozione del blocco dei licenziamenti in tutti i settori non ha avuto ripercussioni significative. Il ristagno del tasso di disoccupazione riflette il progressivo recupero dell'offerta di lavoro, che si avvicina ai valori pre-pandemici. La dinamica dei rinnovi contrattuali non prefigura significative accelerazioni dei salari nel 2022.

L'inflazione è sospinta dai rincari dei beni energetici

L'inflazione è salita su valori elevati (4,2 per cento in dicembre), sospinta dalle quotazioni dell'energia. Al netto delle componenti volatili la variazione annuale dei prezzi resta moderata. Gli aumenti dei costi di produzione si sono trasmessi finora solo in misura modesta sui prezzi al dettaglio.

La pandemia e le attese sulla politica monetaria hanno influenzato l'andamento dei mercati

Gli andamenti dei mercati finanziari hanno risentito dei timori legati all'incremento dei contagi a livello globale, dell'incertezza sulla gravità della variante Omicron con i suoi riflessi sulla ripresa economica e delle aspettative sull'orientamento della politica monetaria. Sono aumentate la volatilità dei mercati e l'avversione al rischio degli investitori, il cui rialzo ha determinato, per l'Italia, un ampliamento dello spread sovrano rispetto ai titoli di Stato tedeschi.

La domanda di credito delle imprese resta contenuta

In autunno la crescita dei prestiti alle società non finanziarie si è confermata debole, riflettendo la scarsa domanda di nuovi finanziamenti, dovuta anche alle ampie disponibilità liquide accantonate nell'ultimo biennio. L'espansione del credito alle famiglie prosegue a ritmo sostenuto. Le condizioni di offerta restano distese. I tassi di deterioramento degli attivi bancari, sebbene in lieve aumento, si mantengono su livelli molto contenuti e la quota di finanziamenti in bonis per i quali le banche hanno rilevato un significativo aumento del rischio di credito è diminuita; nei primi nove mesi dello scorso anno la redditività degli intermediari è migliorata, soprattutto a seguito della riduzione delle svalutazioni sui prestiti.

Anche per il triennio 2022-24 sono programmati interventi espansivi di finanza pubblica

Le informazioni preliminari disponibili per il 2021 segnalerebbero un significativo miglioramento dell'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche nel confronto con l'anno precedente. Anche il rapporto tra il debito e il prodotto sarebbe diminuito, risultando dell'ordine del 150 per cento (contro un livello di circa il 155 nel 2020 e di quasi il 135 nel 2019). Per il triennio 2022-24 la manovra di bilancio approvata dal Parlamento lo scorso dicembre accresce il disavanzo in media dell'1,3 per cento del PIL all'anno rispetto al quadro a legislazione vigente.

Le proiezioni per l'Italia assumono un graduale miglioramento del quadro sanitario

In questo Bollettino si presentano le proiezioni macroeconomiche per l'Italia per il triennio 2022-24, che aggiornano quelle diffuse in dicembre. Lo scenario si basa sull'ipotesi che la recente risalita dei contagi abbia riflessi negativi nel breve termine sulla mobilità e sui comportamenti di consumo, ma non richieda un severo inasprimento delle misure restrittive. Si assume che dalla primavera la diffusione dell'epidemia si attenui.

Il PIL tornerebbe sul livello pre-pandemia a metà del 2022...

Il PIL, che alla fine della scorsa estate si collocava 1,3 punti percentuali al di sotto dei livelli pre-pandemici, li recupererebbe intorno alla metà di quest'anno. L'espansione dell'attività proseguirebbe poi a ritmi robusti, seppure meno intensi rispetto a quelli osservati in seguito alle riaperture nella parte centrale del 2021. In media d'anno il PIL aumenterebbe del 3,8 per cento nel 2022, del 2,5 nel 2023 e dell'1,7 nel 2024. Il numero di occupati crescerebbe più gradualmente e tornerebbe ai livelli pre-crisi alla fine del 2022.

...e l'inflazione si attenuerebbe nel corso dell'anno, tornando moderata nel prossimo biennio

I prezzi al consumo salirebbero del 3,5 per cento nella media dell'anno in corso, dell'1,6 nel 2023 e dell'1,7 nel 2024. La componente di fondo sarebbe pari all'1,0 per cento quest'anno e aumenterebbe progressivamente fino all'1,6 nel 2024, sostenuta dalla riduzione dei margini di capacità inutilizzata e dall'andamento delle retribuzioni.

L'incertezza è però elevata con rischi sulla crescita orientati al ribasso

Le prospettive di crescita sono soggette a molteplici rischi, orientati prevalentemente al ribasso. Nel breve termine l'incertezza che circonda il quadro previsivo è connessa con le condizioni sanitarie e con le tensioni sul lato dell'offerta, che potrebbero rivelarsi più persistenti delle attese e mostrare un grado di trasmissione all'economia reale più accentuato. Nel medio termine, le proiezioni rimangono condizionate alla piena attuazione dei programmi di spesa inclusi nella manovra di bilancio e alla realizzazione completa e tempestiva degli interventi previsti dal PNRR.

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