L'economia dell'Emilia-Romagna - Aggiornamento congiunturale, novembre 2025
Viene pubblicato oggi l'aggiornamento congiunturale dell'Emilia-Romagna.
Nel primo semestre del 2025 l'attività economica dell'Emilia-Romagna è stata ancora interessata da una crescita contenuta. L'indicatore trimestrale dell'economia regionale (ITER), elaborato dalla Banca d'Italia, segnala un aumento del prodotto dello 0,5 per cento, un valore pressoché in linea con l'analogo dato italiano. In un quadro di perdurante incertezza legata alle tensioni geopolitiche, i piani di investimento delle imprese manifatturiere, già previsti in flessione, sono stati confermati, risentendo anche delle prospettive sfavorevoli della domanda estera, gravate dall'inasprimento delle politiche commerciali statunitensi. I consumi delle famiglie hanno continuato a registrare un moderato incremento.
Pur in un contesto di crescita debole, le dinamiche si sono mostrate eterogenee tra i settori. Nel comparto agricolo la fase di recupero del valore aggiunto, iniziata lo scorso anno, si sarebbe interrotta. Nell'industria la produzione ha continuato a ridursi nel primo semestre, confermando la tendenza negativa in atto da oltre un biennio; la contrazione è stata diffusa tra i principali comparti, con l'eccezione dell'alimentare. Un andamento sfavorevole ha interessato anche le esportazioni regionali, ancora in calo, a fronte della crescita di quelle nazionali. Sul divario ha inciso soprattutto la flessione dell'export verso il mercato statunitense, riferibile in parte alla specializzazione della regione in comparti, quali i macchinari, che hanno ridotto le proprie esportazioni verso gli Stati Uniti. Nelle costruzioni la crescita è proseguita, seppure a un ritmo più contenuto rispetto all'anno precedente. In un contesto di ridimensionamento delle agevolazioni per l'edilizia residenziale, il comparto ha continuato a beneficiare del sostegno pubblico derivante principalmente dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Nel terziario l'attività ha proseguito a espandersi moderatamente, sebbene con andamenti differenziati; nel commercio al dettaglio tradizionale si è osservata una riduzione del fatturato, mentre i flussi turistici sono cresciuti, così come il traffico di passeggeri negli aeroporti e le movimentazioni di merci nello scalo di Ravenna.
La situazione economico-finanziaria del settore produttivo si è mantenuta favorevole: la gran parte degli operatori prevede per l'anno in corso di conseguire risultati reddituali positivi, in un contesto in cui la liquidità disponibile è rimasta elevata.
Nel primo semestre l'occupazione regionale è ulteriormente cresciuta; la dinamica non ha tuttavia interessato l'industria, dove si è registrata una contrazione per le difficoltà attraversate dal comparto. Le forze di lavoro sono aumentate in misura significativa; ne è conseguito un lieve incremento del tasso di disoccupazione. Il miglioramento dei livelli occupazionali e l'inflazione ancora contenuta hanno favorito un recupero del potere d'acquisto, a cui è seguito un moderato aumento dei consumi. Il risparmio finanziario delle famiglie è ulteriormente salito, sia nella componente dei depositi sia, in misura più marcata, in quella dei titoli a custodia presso le banche.
Il credito bancario al settore privato non finanziario è tornato a crescere nella prima parte dell'anno, sostenuto dall'incremento dei mutui abitativi, sospinti dal progressivo ribasso dei tassi di interesse. La flessione dei finanziamenti alle imprese si è invece attenuata, beneficiando di una ripresa della domanda. Nonostante la debolezza congiunturale, il tasso di deterioramento dei prestiti è lievemente diminuito, così come la quota di crediti in bonis alle imprese con ritardi nei rimborsi di almeno 30 giorni.
Lo scenario a breve termine resta contraddistinto da elevata incertezza. A fronte di attese favorevoli sul mercato del lavoro e del perdurare dello stimolo pubblico derivante dal PNRR, la situazione geopolitica globale e le prospettive per il commercio internazionale risultano ancora difficili da definire, esponendo l'economia a rischi al ribasso. Gli indicatori disponibili suggeriscono una prosecuzione della fase di moderata crescita anche nei prossimi mesi, sebbene, secondo quanto segnalato dagli operatori nella rilevazione di inizio autunno, la manifattura continuerebbe a mostrare segnali di debolezza ciclica.
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