L'economia dell'Abruzzo - Aggiornamento congiunturale, novembre 2025
Viene pubblicato oggi l'aggiornamento congiunturale dell'Abruzzo.
Nel corso del 2025 le dinamiche congiunturali dell'economia regionale sono rimaste sostanzialmente stabili. Secondo l'indicatore ITER della Banca d'Italia, nella media del primo semestre l'attività produttiva in Abruzzo è stimata in crescita di circa lo 0,6 per cento, un dato in linea con quello dell'anno precedente e con l'andamento del PIL a livello nazionale.
Il clima di fiducia delle imprese manifatturiere del Mezzogiorno rilevato dall'Istat si è stabilizzato nell'anno sui livelli minimi raggiunti nel 2022 durante il picco della crisi energetica. Nel settore dell'automotive della regione è proseguito il calo della produzione di veicoli commerciali leggeri, principale prodotto del comparto. I conseguenti effetti negativi sull'export complessivo dell'Abruzzo sono stati più che compensati dalla forte crescita delle vendite all'estero di prodotti farmaceutici; positivo è stato anche il contributo fornito dal settore dei macchinari, da quello della gomma, plastica e minerali non metalliferi e dall'alimentare.
Dal sondaggio realizzato a settembre dalla Banca d'Italia presso un campione di imprese manifatturiere della regione con più di 20 addetti emerge un quadro di sostanziale stabilità del fatturato nei primi tre trimestri dell'anno, con previsioni di miglioramento formulate dalle imprese per l'ultimo trimestre e il primo del 2026. Gli investimenti delle imprese sono stati lievemente rivisti al rialzo rispetto ai programmi formulati per l'anno in corso. Il clima di incertezza geopolitica e le tensioni sul commercio mondiale attenuano la propensione a intensificare la spesa per investimenti, prevista sostanzialmente stabile per il 2026.
Il settore delle costruzioni ha ampiamente beneficiato del forte stimolo offerto all'edilizia pubblica dalla realizzazione delle opere del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che ha più che compensato il calo dei livelli di attività nell'edilizia privata seguito alla rimodulazione degli incentivi fiscali per la riqualificazione delle abitazioni. Nelle aree colpite dai terremoti del 2009 e del Centro Italia del 2016‑17 sono proseguite le attività di ricostruzione, fornendo un ulteriore stimolo ai livelli produttivi del comparto. Il miglioramento delle condizioni di finanziamento ha inciso positivamente sul mercato immobiliare, dove si è rafforzata la ripresa delle compravendite.
Nel terziario, il commercio ha fatto registrare una debole espansione, sostenuta dalla tenuta dei consumi delle famiglie. I flussi turistici sono cresciuti a un ritmo superiore rispetto all'anno precedente, sia nella componente nazionale sia in quella di provenienza estera. Segnali di tenuta dei livelli di attività sono emersi nel comparto dei trasporti.
Relativamente alle condizioni economico-finanziarie delle imprese, secondo il sondaggio, più dei tre quarti delle aziende dell'industria e dei servizi hanno previsto un risultato positivo di gestione per il 2025, una quota leggermente superiore a quella dell'anno precedente; la liquidità continua ad attestarsi su livelli storicamente elevati ed è giudicata più che sufficiente alle esigenze operative da un'ampia maggioranza delle imprese intervistate.
Nel mercato del lavoro è proseguita la fase di espansione del numero di occupati, in particolare tra i lavoratori autonomi e nel comparto delle costruzioni. La partecipazione al mercato del lavoro è ulteriormente aumentata e il tasso di disoccupazione si è ridotto. Le difficoltà in alcune realtà produttive dell'industria in senso stretto hanno determinato in regione un marcato ricorso agli strumenti di integrazione salariale.
Nel primo semestre del 2025 il buon andamento dell'occupazione ha sostenuto i redditi delle famiglie, aumentati in termini reali nonostante livelli di inflazione relativamente più elevati rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Relativamente ai rapporti con gli intermediari bancari, i prestiti alle imprese della regione sono tornati a crescere, seppure in misura contenuta, riflettendo unicamente la ripresa della domanda di finanziamenti delle imprese più grandi, in un contesto di politiche di offerta sostanzialmente stabili. I prestiti alle famiglie hanno beneficiato della ripresa delle erogazioni di mutui e della prosecuzione su ritmi sostenuti dell'espansione del credito al consumo.
La qualità degli affidamenti delle banche è migliorata, in particolare per le imprese più grandi e per quelle delle costruzioni; dagli indicatori prospettici non emergerebbero segnali di peggioramento per i prossimi mesi.
I depositi bancari hanno fatto registrare un rallentamento, legato alla decelerazione dei conti correnti e al calo dei depositi a risparmio. Nel portafoglio finanziario di famiglie e imprese è ulteriormente aumentata l'incidenza della componente in titoli, a scapito di quella dei depositi.
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