L'economia del Piemonte - Aggiornamento congiunturale, novembre 2025
Viene pubblicato oggi l'aggiornamento congiunturale del Piemonte.
Nella prima metà del 2025 la crescita dell'economia piemontese è stata contenuta e inferiore a quella dell'anno precedente. In base all'indicatore trimestrale dell'economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d'Italia, l'attività in Piemonte è aumentata dello 0,5 per cento rispetto allo stesso periodo del 2024, poco meno della media nazionale. Alla persistente debolezza nella manifattura si è accompagnato un rallentamento nel terziario, mentre la congiuntura è stata ancora positiva nelle costruzioni. In un contesto di elevata incertezza connessa con le tensioni commerciali e geopolitiche, nel terzo trimestre l'indicatore Regio-coin della Banca d'Italia, che fornisce una stima dell'evoluzione delle componenti di fondo dell'economia regionale, prefigura una dinamica in linea con quella del secondo trimestre dell'anno.
Nel primo semestre la produzione industriale si è stabilizzata, su livelli inferiori a quelli dello stesso periodo del 2024. Vi ha influito l'andamento di alcuni settori rilevanti per l'economia regionale, come il tessile, il metallurgico e soprattutto l'automotive, in cui la produzione e le vendite all'estero di autovetture sono state molto contenute. Anche se il sistema produttivo piemontese nel suo insieme risulta meno esposto al mercato statunitense rispetto alla media italiana, una quota significativa delle imprese della regione, soprattutto quelle più vocate all'export, avrebbe già subito effetti negativi sulle vendite derivanti dall'aumento dei dazi da parte dell'amministrazione statunitense. Nonostante l'elevata incertezza, la propensione a investire è lievemente aumentata, beneficiando dell'ulteriore calo del costo del credito. Nel terziario la congiuntura si è indebolita nella gran parte dei comparti, a esclusione dei servizi high-tech e del turismo. Nelle costruzioni l'attività è ancora moderatamente salita, grazie soprattutto alle opere pubbliche finanziate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Con riferimento a quest'ultimo, è stato aggiudicato quasi l'80 per cento delle gare bandite per lavori da effettuare sul territorio piemontese e per quasi i due terzi di esse sono stati avviati o conclusi i corrispondenti cantieri.
Dopo il ridimensionamento avvenuto nel corso del 2024, la redditività delle imprese si è stabilizzata e la liquidità è ulteriormente aumentata. In presenza di politiche di offerta ancora prudenti, la riduzione dei tassi di interesse ha contribuito all'espansione della domanda di credito e i prestiti hanno accelerato. L'incremento dei finanziamenti si è concentrato tra le aziende di medio-grandi dimensioni e tra quelle del terziario. La capacità di rimborso dei prestiti è rimasta sostanzialmente stabile, dopo il peggioramento registrato nell'anno precedente.
Il numero di occupati è ancora cresciuto, ma in misura più contenuta rispetto al 2024 e inferiore alla media del Paese; la creazione di nuovi posti di lavoro dipendente ha rallentato sia nell'industria in senso stretto sia nei servizi. La debolezza del ciclo manifatturiero si è riflessa in un elevato ricorso agli strumenti di integrazione salariale; tale utilizzo è aumentato in misura rilevante anche nel commercio. Alla maggiore partecipazione al mercato del lavoro si è accompagnato il lieve incremento del tasso di disoccupazione.
Il reddito disponibile delle famiglie ha continuato a espandersi in termini reali, sebbene meno che nell'anno precedente. La dinamica dei consumi è rimasta modesta, risentendo anche del significativo calo degli acquisti di autovetture. Le compravendite di abitazioni e le connesse richieste di mutui sono invece cresciute in misura rilevante. Il credito al consumo ha marginalmente decelerato: la dinamica positiva è stata sostenuta soprattutto dai prestiti personali e dalle operazioni di cessione del quinto dello stipendio. In un contesto di criteri di offerta orientati alla prudenza, la qualità dei prestiti erogati alle famiglie è rimasta stabile, su livelli elevati.
Nel portafoglio finanziario delle famiglie sono tornati a crescere i depositi in conto corrente; gli investimenti in titoli di Stato, in quote di fondi comuni e in obbligazioni non bancarie sono aumentati in misura più contenuta rispetto al 2024, mentre l'accelerazione della componente azionaria ha riflesso l'incremento delle quotazioni.
In un contesto di perduranti tensioni internazionali, le attese per i prossimi mesi rimangono caute nell'industria; in base ai programmi di investimento delle imprese, nel 2026 proseguirebbe la ripresa dell'accumulazione di capitale. Nei servizi le previsioni sono moderatamente positive; nelle costruzioni non si prefigurano variazioni significative dell'attività, che si attesterebbe su livelli elevati anche nel corso del prossimo anno.
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