L'economia del Friuli Venezia Giulia - Aggiornamento congiunturale, novembre 2025

14 novembre 2025

Viene pubblicato oggi l'aggiornamento congiunturale del Friuli Venezia Giulia.

Nella prima metà del 2025 la crescita dell'attività economica in Friuli Venezia Giulia è stata modesta, segnando un indebolimento nei mesi primaverili; secondo l'indicatore trimestrale dell'economia regionale (ITER) della Banca d'Italia, il PIL regionale è aumentato dello 0,4 per cento su base annua (dello 0,6 per cento in Italia).

Dopo un triennio di flessione, i livelli di attività del comparto manifatturiero si sono stabilizzati grazie al sostegno della domanda estera che, tuttavia, si è attenuato nel secondo trimestre. In un contesto segnato da forte instabilità geopolitica e da persistenti tensioni commerciali, la spesa per investimenti è cresciuta debolmente, risentendo dell'incertezza sulle prospettive economiche.

Il settore delle costruzioni ha continuato a espandersi, favorito anche dall'elevata domanda pubblica; nei primi nove mesi dell'anno è infatti proseguito a ritmi sostenuti l'incremento degli investimenti delle Amministrazioni locali in atto dal 2021, ancora supportato dalla realizzazione delle opere previste dal PNRR. Nel mercato immobiliare, alla crescita delle compravendite nel primo semestre, si è associato un aumento dei prezzi delle abitazioni.

Nel terziario l'attività economica ha continuato a espandersi in misura modesta, anche grazie al contributo positivo fornito dai servizi legati al turismo, che hanno beneficiato di un'ulteriore crescita dei flussi di visitatori, sia nazionali sia stranieri. I ricavi nel comparto del commercio al dettaglio hanno risentito della debolezza dei consumi delle famiglie. Nel complesso i volumi di attività del sistema portuale sono lievemente aumentati seppure con andamenti differenziati tra comparti. In particolare, al calo dei container movimentati si è contrapposta una crescita del traffico Ro-Ro.

La situazione economica e finanziaria delle aziende si è mantenuta positiva. La liquidità, rappresentata per lo più da depositi bancari, è rimasta su livelli storicamente elevati e le valutazioni delle imprese sulla capacità di generare utili nell'anno in corso sono solo marginalmente peggiorate. Dopo circa un biennio di contrazione, i prestiti bancari alle imprese sono tornati a crescere nei mesi estivi anche grazie alla ripresa delle richieste di finanziamento per investimenti, favorita dal calo dei tassi di interesse. La qualità del credito alle imprese è rimasta elevata.

L'occupazione si è stabilizzata nella prima parte dell'anno: al calo dei lavoratori autonomi si è infatti contrapposta una lieve crescita di quelli dipendenti. Nel settore privato non agricolo, l'espansione delle assunzioni nette, soprattutto per i lavoratori con contratti a tempo indeterminato, è stata determinata da una flessione delle cessazioni più intensa di quella delle assunzioni. È moderatamente cresciuto il numero di ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni, in particolare nel comparto metallurgico.

Nei primi sei mesi dell'anno il potere d'acquisto delle famiglie è rimasto invariato: la debole dinamica positiva del reddito disponibile è stata infatti compensata dall'inflazione, lievemente più elevata rispetto all'anno precedente. Le decisioni di spesa delle famiglie, che hanno risentito del basso clima di fiducia e dell'elevata incertezza, sono state improntate a prudenza e i consumi hanno ristagnato. È invece proseguita la crescita dei finanziamenti alle famiglie, sospinti soprattutto dall'espansione dei mutui per l'acquisto di abitazioni e da criteri di offerta delle banche che sono rimasti distesi. Non sono emersi segnali di peggioramento sulla qualità dei prestiti. I depositi bancari sono aumentati moderatamente mentre il valore dei titoli a custodia ha continuato a crescere a ritmi sostenuti, anche grazie al positivo andamento delle quotazioni, in particolare dei titoli azionari.

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