I lavoratori a rischio in Italia durante l'epidemia da COVID-19

È online l'articolo "I lavoratori a rischio in Italia durante l'epidemia da COVID-19", curato da ricercatori della Banca d'Italia e da Teresa Barbieri e Sergio Scicchitano dell'INAPP.

L'articolo analizza le caratteristiche delle attività professionali che espongono maggiormente i lavoratori ai rischi di contagio da COVID-19, individuando le attività economiche dove è maggiore la vicinanza fisica con clienti e collaboratori: queste sono concentrate nel settore dei servizi e nel commercio al dettaglio.

Il fermo delle attività non essenziali, che ha riguardato quasi 8 milioni di occupati, ha interessato soprattutto settori dove è più alta la propensione alla vicinanza fisica. Mirando a preservare, giustamente, l'attività in settori vitali durante un'epidemia, i provvedimenti del Governo non hanno interessato settori con un alto livello dell'indice di esposizione a malattie e infezioni.

La possibilità di lavoro da remoto è maggiore nell'industria finanziaria, bancaria e assicurativa, nella pubblica amministrazione e nella maggior parte dei servizi professionali. Si stima che i lavoratori che non si sono recati sul luogo di lavoro, perché avevano la possibilità di lavorare da casa, sono fino a 3 milioni in più di quelli direttamente interessati dal fermo delle attività.