ISOLA 1 - Soldi, denaro, monete

isola 1La moneta è tra gli oggetti di uso quotidiano più frequente. Quasi mai tuttavia ci soffermiamo a riflettere su cosa sia, su quale sia la sua natura. Nei secoli, popoli differenti hanno utilizzato monete e banconote che hanno assunto, nel corso del tempo, una straordinaria varietà di aspetti e di contenuti.

Potrai realizzare un viaggio nel tempo, osservando gli esemplari di monete e banconote antiche provenienti da varie parti del mondo, a partire dallo statere in argento della Lidia (561-546 a.C.) e dal sesterzio in bronzo di Roma (41-54), per passare al carlino in oro del Regno di Napoli e Sicilia (1266-1282) e alle 100 lire in oro dello Stato Pontificio (1846-1878), per finire poi con le banconote da 1 lira della Banca Nazionale nel Regno (1869), da 500.000 lire della Banca d'Italia (1997) e da 500 euro della Banca Centrale Europea.

Potrai inoltre ammirare un esempio di premoneta proveniente dall'isola di Yap, prestito del Royal Coin Cabinet Museum di Stoccolma. Si tratta di un disco di pietra - utilizzato per secoli sull'isola di Yap (Stati Federati della Micronesia) - che può raggiungere anche i 4 metri di diametro. La pietra con cui è realizzata veniva estratta da cave presenti su isole che distano centinaia di miglia da Yap. Il valore della moneta, oltre che dal peso, dalle dimensioni e dalla bellezza del materiale, traeva origine anche dalle difficoltà di trasporto. Le monete più grandi non "circolavano" materialmente: i pagamenti avvenivano attraverso una semplice registrazione del cambio di proprietà della moneta-pietra.

ISOLA 2 - Moneta e fiducia

isola 2La moneta svolge molte funzioni. In primo luogo, è quella cosa che è accettata da tutti in cambio di qualsiasi altra cosa. Con l'euro - la nostra moneta - puoi comperare in tutta Europa arance, DVD, biglietti del treno, mentre se hai un biglietto del treno, ad esempio per Parma, ti sarà difficile scambiarlo con arance, a meno che il fruttivendolo non debba andare a Parma proprio quel giorno.

Pensate a un mondo senza moneta: per un lungo tratto della storia umana lo scambio di merci si è basato sul baratto. Come si sarebbe potuto scambiare latte di capra per un cappello? Occorreva la perfetta coincidenza dei bisogni, ad esempio fra il "lattaio" e il "cappellaio". Per risolvere il problema si utilizzarono via via - come mezzi di scambio intermedi - la vacca, la pelle conciata, i metalli preziosi, la moneta coniata e infine le banconote, che hanno il vantaggio di costare pochissimo e di essere più comode da trasportare.

Della cartamoneta è però facile abusare, mettendone in circolazione quantità eccessive. Ci sono molti esempi di governi che hanno stampato quantità eccessive di cartamoneta. Questi esempi ci hanno anche mostrato gli effetti negativi in termini di inflazione e di crisi finanziarie. Contro l'abuso della cartamoneta hanno scritto legislatori ed economisti di ogni epoca. Con la creazione dell'euro, l'Europa ha stabilito delle regole per garantire la stabilità monetaria.

In questa isola potrai vedere, tra l'altro, una tavoletta cuneiforme della Mesopotamia, risalente al 1800 a.C. Sulla tavoletta d'argilla è registrato un contratto di prestito in sicli d'argento della durata di tre mesi e all'interesse di 36 grani per siclo.

ISOLA 3 - Moneta e società

isola 3Come in tutti i paesi, anche nell'Italia del XIX secolo vi erano famiglie ricche e famiglie povere che vivevano in mondi lontani gli uni dagli altri. I ricchi maneggiavano monete di maggior valore, d'oro e d'argento, oppure lettere di credito, assegni, "buoni". Tra loro e gli appartenenti alla classe dei lavoratori, degli operai e dei braccianti, le distanze monetarie erano abissali.

Quando nel 1844 fu fondata la Banca di Genova, la sua banconota più piccola valeva 250 lire nuove, mentre lo stipendio medio mensile di un impiegato non raggiungeva le 50 lire. Dopo l'Unità, la più piccola moneta d'oro - poco più grossa di un'unghia - valeva 5 lire, che per alcuni era pari al salario di una settimana.

Anche le monete di piccolo conio non circolavano in grande quantità. Chi lavorava all'interno della famiglia ne vedeva di rado, come molti contadini o le domestiche che prestavano servizio nelle famiglie di città. E, se possibile, era meglio non spenderle e accantonarle per i giorni difficili.

La letteratura pedagogica insisteva sul risparmio, sull'uso del salvadanaio o delle Casse di Risparmio. Altrimenti si sarebbe stati costretti a impegnare i propri beni al "Monte di pietà" o a chiedere la carità per poche monetine, che qualcuno sognava di trasformare in migliaia di lire con il colpo di fortuna delle lotterie, dei giochi d'azzardo, delle tombole.

In questa isola potrai osservare, tra l'altro, un "libretto di depositi fruttiferi" in uso nel 1878 presso una banca piemontese, oppure alcune fiches da gioco originali usate dall'aristocrazia del XIX secolo, oppure ancora un grazioso salvadanaio in ceramica cinese distribuito da una Cassa di Risparmio ai suoi clienti, quale esempio di incoraggiamento al risparmio da parte delle banche.

ISOLA 4 - Babele nella penisola

isola 4Baiocco, carantano, carlino, doppia, ducato, fiorino, franceschino, francescone, lira, lirazza, marengo, onza, paolo, papetto, piastra, quattrino, scudo, soldo, svanzica, tallero, testone, fino agli zecchini di Pinocchio. Questi sono solo alcuni dei nomi delle monete usate in Italia prima dell'Unità.

Esistevano sei diversi sistemi monetari, ma anche al loro interno la situazione non era affatto omogenea: si utilizzavano contemporaneamente monete locali e straniere, antiche e recenti, conformi o meno al sistema legale.

Nei territori che formarono nel 1861 il Regno d'Italia circolavano 236 diverse monete metalliche. Se poi si aggiungono quelle delle province venete e romane, al momento del loro ingresso nel Regno, allora il totale delle monete metalliche sale a 282.

Potrai rivivere l'esperienza di un viaggiatore nell'Italia del XIX secolo e usare gli strumenti di allora per scoprire se è più conveniente comprare una merce a Milano o a Firenze, a Roma o a Napoli; tradurre pesi e misure non solo fra Torino e Palermo, ma anche da Milano a Como e da Napoli ad Avellino; calcolare il valore di una moneta rispetto all'altra, cercando di evitare di essere imbrogliato; pagare i dazi ogni volta che varca una frontiera, ma anche quando entra in città dalla campagna.

ISOLA 5 - Gli italiani prima e dopo l'Unità

isola 5All'inizio del Seicento gli stati della penisola italiana erano ancora tra i più ricchi del mondo. "Tre generazioni più tardi - ha scritto Carlo M. Cipolla - l'Italia era un paese sottosviluppato, prevalentemente agricolo, importatore di manufatti ed esportatore di prodotti agricoli".

Nel 1820 il prodotto per abitante era ancora fermo al livello di due secoli prima. Anche di questo arretramento economico dell'Italia rispetto ai paesi più sviluppati si nutrì la volontà di riscatto e di unità nazionale del Risorgimento italiano.

Nel 1861 i consumi medi di un italiano, al potere d'acquisto attuale, erano intorno ai 1.120 euro l'anno, destinati essenzialmente ai consumi alimentari. Il 78 per cento della popolazione era analfabeta; la quota saliva al 90 per cento nel Mezzogiorno.

Alla celebrazione del primo cinquantenario dell'Unità, nel 1911, i consumi medi degli italiani erano saliti a 1.700 euro l'anno, con un incremento di oltre il 50 per cento, e la percentuale di analfabeti era scesa al 38 per cento. Nel 1872 gli italiani avevano una "speranza di vita alla nascita" di circa 30 anni (una delle più basse in Europa), mentre alla vigilia della Prima guerra mondiale un neonato italiano aveva una vita attesa di 50 anni. Oggi gli italiani hanno una aspettativa di vita tra le più elevate al mondo, seconda solo a quella del Giappone.

Grazie a uno schermo interattivo, potrai capire meglio quali erano le effettive condizioni di vita degli italiani dell'Ottocento; potrai inoltre studiare una carta dell'Italia preunitaria risalente al 1837.

ISOLA 6 - Oro, argento o entrambi?

isola 6Tutti nel nuovo Parlamento italiano erano d'accordo sull'unificazione monetaria, ma non sul tipo di sistema da adottare. Su quale metallo doveva fondarsi il nuovo sistema monetario nazionale? Sull'oro come in Inghilterra, oppure sull'argento come nel Regno delle Due Sicilie, oppure era preferibile adottare un sistema bimetallico, fondato cioè su monete sia in oro che in argento, come nel Regno di Sardegna?

La scelta di un sistema rispetto a un altro ha conseguenze sull'economia che non è possibile anticipare. Quando, ad esempio, vennero scoperte nuove miniere d'oro in California e in Australia, si abbassò il prezzo di mercato dell'oro rispetto a quello dell'argento. Ciò aveva messo in difficoltà i sistemi bimetallici, spostando la preferenza verso quelli aurei, che garantivano la possibilità di una più ampia crescita della moneta rispetto a quelli argentei, per la maggiore disponibilità di materia prima.

Nonostante una chiara preferenza verso il sistema aureo all'inglese, gli stretti legami che il nuovo Stato aveva con la Francia spinsero l'Italia ad adottare il sistema bimetallico di stampo francese e ad aderire nel 1865 all'Unione Monetaria Latina.

Il trionfo del sistema aureo venne nel 1873, quando la Germania lo adottò come base per la propria unificazione monetaria, grazie alla enorme indennità di cinque miliardi di franchi in oro imposta alla Francia sconfitta.

In questa isola potrai ammirare spille e distintivi indossati dai sostenitori dei diversi regimi monetari in occasione delle elezioni presidenziali statunitensi del 1896 (Collezione privata Luca Einaudi), oppure l'originale della Convention monetaire di Parigi, sottoscritta da Francia, Belgio, Italia e Confederazione Svizzera per la creazione di un'area monetaria basata sul sistema bimetallico.

ISOLA 7 - Giro del mondo in 80 giorni

isola 7Nel corso del XIX secolo, ai processi di unificazione monetaria se ne affiancano altri non meno importanti, primo fra tutti l'evoluzione dei trasporti e della comunicazione in Italia, Europa e nel mondo. Si tratta di innovazioni tecnologiche che riducono i tempi di viaggio di persone e merci e facilitano lo scambio di idee. Attori di questo cambiamento sono le ferrovie, le navi, le strade e i telegrafi.

Il famoso romanzo di Jules Verne è esemplare nel descrivere la percezione, sempre più diffusa, di un mondo che si va restringendo. Non si trattava solo della possibilità di spostarsi da un luogo all'altro del pianeta, ma anche dell'opportunità di comunicare, in tempo quasi reale, con persone che si trovavano a chilometri di distanza tra loro.

Gli oggetti esposti in questa isola testimoniano questo processo di evoluzione, a partire da un esemplare originale di telegrafo modello "Stilo", risalente al 1870, per arrivare a una sezione di cavo per le telecomunicazioni posato sulla tratta Cagliari-Napoli nel 1863.

ISOLA 8 - Banche di emissione in Italia

isola 8Nel 1844 nasce nel Regno di Sardegna la prima banca italiana autorizzata a emettere biglietti. Nell 1849 assume il nome di Banca Nazionale e dal 1866 è ribattezzata Banca Nazionale nel Regno d'Italia.

Alla vigilia dell'Unità, esistevano nove banche di emissione; dopo il 1870 si erano ridotte a sei. Invece di arrivare a una banca unica, si preferì mantenere il pluralismo, per evitare contrasti politici tra i diversi gruppi regionali. Venne però favorita l'espansione della Banca Nazionale nel Regno d'Italia, che divenne l'unico istituto a essere presente su tutto il territorio.

L'esperienza del pluralismo si rivelò fallimentare e fu tra le cause dei dissesti bancari che portarono alla riforma del 1893-94, da cui nacque la Banca d'Italia.

Tra gli oggetti esposti, potrai vedere l'album fotografico della Banca Nazionale nel Regno d'Italia, uno dei pochi album fotografici dell'Ottocento conservato ancora integro ai giorni nostri, oltre a molti altri documenti originali e foto d'epoca significativi per l'evoluzione della banca di emissione in Italia, conservati dall'Archivio storico della Banca d'Italia.

ISOLA 9 - Moneta di carta

isola 9Nel 1861 le banconote costituivano solo l'8 per cento della circolazione monetaria: per le transazioni quotidiane si utilizzavano le monete metalliche. Le cose cambiarono a partire dal 1866, quando si stabilì che i biglietti della Banca Nazionale del Regno circolassero "a corso forzoso", cioè senza possibilità di convertirli in moneta metallica e con l'obbligo per tutti di accettarli in pagamento. Le monete di maggior valore sparirono presto dalla circolazione e al loro posto si iniziarono a utilizzare le banconote, emesse anche in piccoli tagli. Alla fine del 1866 i biglietti di banca rappresentavano già oltre il 40 per cento dei mezzi monetari.

In questa isola sono esposti i principali strumenti di pagamento cartacei usati in sostituzione della moneta metallica dal Medioevo in poi.

Il primo esempio è costituito dalle lettere di cambio, introdotte dai cambiavalute e dai mercanti-banchieri per i pagamenti a distanza e ancora oggi in uso col nome di cambiali tratte.

Dall'età rinascimentale si diffondono le fedi di credito dei banchi pubblici di deposito, rilasciate a fronte del versamento di contante da parte dei privati. Soltanto a fine Seicento nascono i primi biglietti di banca, che in Italia si impongono solo dopo l'Unità.