Il lavoro sviluppa un modello neo-keynesiano con diversi paesi per analizzare le conseguenze macroeconomiche della frammentazione geo-economica. Nel modello le economie si dividono in blocchi che impongono dazi sulle importazioni di beni e materie prime da giurisdizioni rivali e restrizioni sui flussi finanziari transfrontalieri. La calibrazione si basa su quattro blocchi di paesi: a) gli Stati Uniti; b) gli alleati degli Stati Uniti; c) la Cina, la Russia e i loro alleati; d) gli altri paesi, considerati neutrali.
Rispetto a una situazione di libero scambio, la frammentazione comporta un calo marcato della produzione e dei consumi nel blocco guidato dalla Cina e negli alleati degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti risentono meno della frammentazione perché sono meno esposti alla coalizione che fa capo alla Cina, mentre le ricadute sui paesi neutrali sono trascurabili. La risposta dell'inflazione è incerta, poiché calano sia l'offerta sia la domanda globale. I tassi di cambio più influenzati dalla frammentazione sono quelli del blocco filocinese.