La maternità ha un costo lavorativo: dopo la nascita di un figlio le madri lavorano meno o lasciano l'impiego, con perdite di reddito che non sono invece osservate per i padri. Lo studio utilizza i dati dell'INPS per analizzare come le imprese italiane reagiscono alle dimissioni delle madri lavoratrici. Si valuta se le imprese tendono a ridurre l'occupazione delle donne in età fertile, preferendo uomini o donne più anziane, oppure a offrire loro condizioni contrattuali peggiori.
A fronte di dimissioni delle madri dopo la nascita, le imprese aumentano il numero di donne tra i 20 e i 45 anni, ma in posizioni temporanee: la quota di lavoratrici a tempo indeterminato diminuisce fino a due o più anni dopo le dimissioni della madre. Le imprese reagiscono quindi alle dimissioni assumendo comunque donne giovani ma offrendo loro lavori meno stabili, in linea con l'ipotesi di discriminazione statistica.