Il lavoro analizza gli effetti delle riforme pensionistiche sul tasso di interesse naturale, ossia il tasso di interesse reale compatibile con la stabilità dei prezzi e il prodotto potenziale, mediante un modello di equilibrio economico generale calibrato sugli Stati Uniti.
Tra il 1970 e il 2015 le riforme hanno comportato complessivamente un aumento del tasso di interesse di circa un punto percentuale, mitigando la caduta dello stesso provocata dalle dinamiche demografiche e dal declino della produttività. In ottica prospettica e dati i cambiamenti demografici attesi tra il 2015 e il 2060, gli effetti di diversi tipi di aggiustamento pensionistico sul tasso di interesse e la loro relativa desiderabilità in termini di benessere dipendono dall'evoluzione della produttività.