Il lavoro analizza gli effetti di una riforma del 2011 che ha ampliato le possibilità di ricorso a procedure discrezionali per l'affidamento degli appalti di lavori pubblici in Italia.
I risultati indicano che all'attribuzione agli enti appaltanti di una maggiore discrezionalità nelle procedure di selezione si sono associati una riduzione della produttività media delle imprese aggiudicatarie dei contratti e un aumento della quota di quelle con amministratori o soci aventi esperienze politiche a livello locale. Tali effetti di selezione sono concentrati tra gli enti appaltanti dotati di inferiore qualità amministrativa.
Pubblicato nel 2020 in: Journal of Law, Economics, and Organization, v. 37, 1, pp. 134-166.