N. 1002 - Riforme strutturali e zero lower bound in un'unione monetaria

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di Andrea Gerali, Alessandro Notarpietro, Massimiliano Pisanigennaio 2015

Il lavoro utilizza un modello di equilibrio generale dinamico per analizzare l’impatto di breve periodo di riforme volte ad aumentare il grado di concorrenza nel settore dei servizi all’interno dell’area dell’euro, quando i tassi di interesse a breve termine sono al loro limite inferiore (zero lower bound, ZLB).

I risultati principali sono i seguenti.

Riforme attuate unilateralmente da un solo paese dell’area avrebbero nel breve periodo un impatto sull’attività economica espansivo, ma limitato. Gli effetti positivi derivanti dall’attesa di un maggior livello di produzione nel lungo termine verrebbero in larga parte compensati da quelli negativi derivanti dall’aumento dei tassi di interesse reali, indotto dalla discesa dei prezzi.

Riforme attuate simultaneamente dai paesi dell’area possono invece avere effetti più pronunciati sull’attività economica e un impatto positivo sull’inflazione, portando a una più veloce uscita dallo ZLB. Ciò si verifica quando le riforme, oltre a favorire un aumento graduale dell’offerta di beni e servizi, generano nel breve e medio termine un impulso sufficientemente espansivo sulla domanda aggregata, grazie soprattutto a un aumento degli investimenti e delle esportazioni.

In presenza di vincoli nell’accesso al credito o di altre limitazioni alla capacità delle imprese di investire a fronte dell’introduzione delle riforme, si registra un aumento dei tassi di interesse reali, connesso con la discesa dei prezzi, i cui effetti negativi sull’attività economica non sarebbero compensati da quelli positivi legati all’aumento del reddito permanente. L’uscita dallo ZLB sarebbe ritardata.

Pubblicato nel 2015 in: Manchester School, University of Manchester, v. 83, pp. 120-139

Testo della pubblicazione