N. 805 - Quali fattori spiegano la domanda di rendite vitalizie da parte dei lavoratori al momento del pensionamento?

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di Giuseppe Cappelletti, Giovanni Guazzarotti e Pietro Tommasinoaprile 2011

La rendita vitalizia (annuity) è uno strumento finanziario che consente ai risparmiatori di convertire un capitale in un flusso periodico di pagamenti che cessa solo con la morte dell’assicurato. Mediante la rendita i risparmiatori possono trasferire a una controparte specializzata il rischio finanziario connesso con l’incertezza della lunghezza della loro vita residua (longevity risk).

In molti paesi, anche a seguito delle riforme che hanno ridotto la generosità dei sistemi pensionistici pubblici a ripartizione, in futuro la previdenza complementare rappresenterà probabilmente una quota consistente della ricchezza pensionistica. Molti lavoratori al momento del pensionamento dovranno scegliere in che misura convertire il capitale accumulato in una rendita vitalizia. Perciò è importante capire sin d’ora i fattori alla base di tale scelta.

Il presente lavoro st ima la domanda di rendite vitalizie in Italia e ne analizza le determinanti, utilizzando a questo fine una domanda specifica presente nella Indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie del 2008. Ai capofamiglia è stato chiesto se, in una situazione ipotetica, accetterebbero al momento del pensionamento di rinunciare a una rendita vitalizia in cambio di una somma di denaro immediatamente disponibile.

L’analisi condotta nel lavoro mostra che, in media, la propensione a convertire in rendita la propria ricchezza al momento del pensionamento in Italia è potenzialmente elevata. I risultati suggeriscono tuttavia che la domanda di rendite vitalizie diminuisce sensibilmente al ridursi della ricchezza, del livello di istruzione e del grado di comprensione di argomenti finanziari e previdenziali (financial literacy).

Per le categorie più svantaggiate è probabile che, date le loro scarse competenze finanziarie e la presenza di vincoli di liquidità stringenti, la frazione di ricchezza trasformata in rendita risulti particolarmente bassa e inferiore a quella ottimale.

Ciò suggerisce la desiderabilità di interventi a favore di tali lavoratori. In particolare, potrebbero essere potenziati programmi mirati ad accrescere le competenze finanziarie, specificatamente quelle in tema di risparmio pensionistico. Potrebbe in oltre essere opportuno favorire il contenimento dei prezzi delle rendite finanziarie, attraverso una maggiore competizione e con interventi volti a facilitare la gestione del rischio di longevità da parte delle compagnie assicurative.

Pubblicato nel 2013 in: Geneva Papers on Risk and Insurance: Issues and Practice, v. 38, 4, pp. 777-802