N. 765 - L'opacità informativa delle imprese e la reazione dei prezzi azionari all'annuncio delle notizie economiche

Go to the english version Cerca nel sito

di Paolo Angelini e Giovanni Guazzarottiagosto 2010

Il lavoro analizza la relazione tra le informazioni circa le prospettive economiche di una società e le sue quotazioni azionarie, tenendo conto della difficoltà da parte degli investitori di formulare valutazioni corrette sulla società. Lo studio della relazione tra incertezza sulle prospettive economiche e modalità di aggiustamento dei prezzi azionari è importante per valutare non solo l’efficienza del mercato azionario, ma anche le politiche aziendali volte a migliorare la trasparenza e i loro effetti sulla volatilità dei prezzi azionari e sul costo del capitale. La letteratura empirica ha infatti documentato situazioni in cui in seguito al rilascio di notizie, quali ad esempio utili superiori (inferiori) a quelli attesi, il prezzo dell’azione continua a salire (scendere) per periodi relativamente lunghi. Numerosi lavori empirici hanno suggerito che questo fenomeno potrebbe riflettere il comportamento dei titoli di società caratterizzate da una elevata incertezza e quindi più difficilmente valutabili da parte degli investitori; questi ultimi necessiterebbero di periodi temporali più lunghi per elaborare l’informazione relativa a queste società e per tradurla in decisioni di investimento.

I titoli azionari di un insieme di imprese statunitensi quotate vengono divisi in quattro portafogli costruiti con la seguente metodologia: ogni mese le azioni vengono dapprima raggruppate a seconda del maggiore o minore grado di trasparenza della società; ciascun gruppo di azioni viene quindi suddiviso in due sottogruppi in base al tipo di notizia, positiva oppure negativa, relativa agli utili. Per ciascuno dei quattro portafogli si calcola: i) la reazione istantanea del prezzo alle notizie, ii) la reazione ritardata, iii) la velocità di aggiustamento (ovvero il rapporto tra la reazione ritardata e quella istantanea). I risultati principali sono i seguenti.

Nel giorno di uscita delle notizie le quotazioni azionarie delle società meno trasparenti mostrano variazioni assolute più elevate rispetto a quelle che si osservano per le società più trasparenti. Per entrambi i gruppi, nelle settimane successive il prezzo tende a muoversi nella stessa direzione del giorno dell’annuncio, in misura maggiore per i titoli delle società più opache.

Le quotazioni azionarie delle imprese relativamente opache tendono a reagire alle cattive notizie più lentamente rispetto a quelle delle imprese più trasparenti; reagiscono invece più velocemente, o con velocità analoga, alle buone notizie. Infine, le quotazioni azionarie delle imprese relativamente opache tendono a reagire alle cattive notizie più lentamente che alle buone notizie.

Nel complesso, i risultati sembrerebbero confermare le teorie relative agli incentivi dei manager, in presenza di investitori caratterizzati da limitata capacità di elaborare informazioni economiche; secondo tali teorie, in primo luogo, i manager avrebbero incentivi a minimizzare le cattive notizie e a ritardarne l’uscita (mentre tali incentivi sarebbero assenti per le buone notizie); in secondo luogo, i manager delle imprese più opache godrebbero di maggiore discrezionalità nella diffusione dei risultati aziendali.