N. 763 - La ristrutturazione del debito e il ruolo delle tecnologie di prestito

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di Giacinto Micucci e Paola Rossigiugno 2010

La letteratura economica ha evidenziato come i vantaggi informativi delle banche, in particolare nei confronti delle imprese di piccole e medie dimensioni, possano facilitare la ristrutturazione del debito di imprese che, seppure in difficoltà, hanno prospettive economiche favorevoli. Le banche sono in grado di ridurre le asimmetrie informative e di agevolare il coordinamento tra i finanziatori; possono decidere se liquidare o riorganizzare l'azienda, fornendole i fondi supplementari necessari per garantirne la prosecuzione dell’attività.

Gli studi pregressi generalmente ipotizzano che tutte le banche si comportino allo stesso modo nei confronti delle imprese in difficoltà. Tuttavia, le varietà dei modelli di organizzazione interna delle banche e delle tecnologie utilizzate nel gestire i rapporti con la clientela potrebbero riflettersi in comportamenti eterogenei nell’assumere la decisione di rinegoziare il debito delle imprese.

In questo lavoro si analizza il processo di ristrutturazione del debito bancario in un campione di circa 9.000 imprese di piccole e medie dimensioni entrate in crisi (financial distress) tra il 2002 e il 2004. In particolare, si considerano in difficoltà finanziarie le imprese i cui oneri finanziari eccedono il cash flow. Per queste imprese è possibile descrivere le relazioni con il sistema bancario e, per le singole banche coinvolte, sono disponibili informazioni sull’organizzazione interna e sull’utilizzo di metodologie di rating.

I risultati delle analisi mostrano che l’organizzazione interna e le tecnologie utilizzate per stabilire il  merito di credito incidono sulla decisione se ristrutturare o meno il credito erogato alle imprese in difficoltà. A distanza di tre anni dall’inizio delle difficoltà finanziarie, poco più di un terzo delle imprese riesce a ristrutturare la propria esposizione debitoria, sia attraverso un allungamento delle scadenze sia attraverso l’erogazione di nuovi fondi. Nei casi in cui l’impresa intrattenga più relazioni bancarie, solo alcune delle banche coinvolte partecipano alla ristrutturazione.

La probabilità di ristrutturare il credito alle imprese in financial distress è maggiore quando le banche affidanti: i) sono geograficamente vicine all’impresa; ii) si basano maggiormente sulle informazioni qualitative (soft information), che su precisi indicatori quantitativi (ad esempio, credit scoring); iii) sono caratterizzate da una struttura organizzativa decentralizzata, in cui le deleghe decisionali ai responsabili di filiali sono maggiori. La dimensione della banca affidante ricopre invece un ruolo solo secondario.

Questi effetti possono però essere bilanciati da alcuni interventi organizzativi e tecnologici: l’adozione di metodologie di credit scoring, infatti, aumenta la probabilità di ristrutturazione se tali tecniche vengono utilizzate anche nel processo di monitoraggio e se si accompagnano a una struttura maggiormente decentralizzata.

Pubblicato nel 2014 in A. Zazzaro (a cura di), Le banche e il credito alle imprese durante la crisi, Bologna, Il Mulino

In corso di pubblicazione in: Journal of Financial Services Research

Pubblicato nel 2017 in: Journal of Financial Services Research, v. 51, 3, pp 339–361

Testo della pubblicazione