N. 724 - Dinamiche non lineari ed evoluzione dell’ineguaglianza nella distribuzione del welfare

Go to the english version Cerca nel sito

di Davide Fiaschi e Marzia Romanelliottobre 2009

Lo studio della diseguaglianza nelle condizioni di vita a livello mondiale si concentra principalmente sulle differenze nei PIL pro capite tra paesi. Tuttavia è stato rilevato che una valutazione più affidabile delle disuguaglianze nei livelli di benessere fra paesi e fra individui dovrebbe tenere conto, oltre che del reddito, di altri fattori rilevanti come, ad esempio, lo stato di salute.

Questo lavoro propone un metodo per misurare il benessere di un paese sulla base del PIL pro capite, delle aspettative di vita e del tasso di crescita del reddito atteso. Si applica il metodo proposto per valutare le determinanti della distribuzione del benessere a livello mondiale e della sua evoluzione nel periodo 1960-2000, misurata sulla base di indici alternativi di disuguaglianza.

Tra il 1960 e il 2000 la varianza del livello di benessere tra paesi è rimasta pressoché stabile, quale risultato di una crescita della dispersione dei redditi pro capite e di una diminuzione delle disuguaglianze nelle attese di vita. Tenendo conto del diverso numero di abitanti dei paesi oggetto dell’analisi, la dispersione del livello di benessere nel mondo sarebbe invece diminuita, per effetto di un calo nella varianza di entrambe le componenti. I differenti risultati passando dall’analisi per paesi a quella sulla popolazione mondiale riflettono i miglioramenti registrati nei due ambiti dall’India e dalla Cina, paesi con un numero molto elevato di abitanti nel confronto internazionale.

Dal 1960 al 1980 la riduzione delle differenze nelle attese di vita costituisce il fattore principale della diminuzione della disuguaglianza del benessere fra paesi e individui. A partire dal 1980 sarebbe invece stata l’evoluzione dei redditi pro capite a guidare le tendenze della distribuzione del benessere.

A fronte di queste evidenze, il lavoro riscontra una tendenza di lungo periodo alla polarizzazione della distribuzione del benessere sia tra paesi sia tra individui, ovvero la formazione di gruppi nettamente distinti di paesi e cittadini, tra loro omogenei in termini di benessere. In particolare, con riferimento all’analisi per paesi emergono tre distinti gruppi: il primo, che include i paesi sub-sahariani, caratterizzato da bassi livelli del PIL pro capite e basse aspettative di vita; il secondo, che include Cina e India, costituito da paesi altamente popolati con un’attesa di vita medio-alta e un basso PIL pro capite; il terzo gruppo, che include i paesi dell’OCSE, si contraddistingue per gli elevati PIL pro capite e speranza di vita. I risultati si confermano se si tiene conto della diversa dimensione dei paesi, anche se in questo caso i gruppi si riducono a due, uno che include i paesi dell’OCSE e l’altro che raggruppa il gruppo di Cina e India con quello dei paesi sub-sahariani. I risultati suggeriscono che l’appartenenza a questi raggruppamenti è molto persistente nel tempo.