N. 715 - Imprese eterogenee e vantaggio comparato: la risposta delle imprese francesi all’entrata della Turchia nell’Unione Doganale europea

Questo lavoro fornisce un’analisi teorica ed empirica dell’effetto della riduzione delle barriere al commercio sulla propensione a esportare delle imprese. Secondo il modello tradizionale di commercio internazionale di Heckscher e Ohlin, in cui si ipotizza che imprese appartenenti a uno stesso settore hanno un identico livello di produttività (imprese omogenee), la riduzione delle barriere determina un aumento delle esportazioni per quei settori in cui il paese possiede un vantaggio comparato, ossia per i settori che utilizzano in misura più intensa le risorse che nel paese sono più abbondanti. In modelli più generali, in cui le imprese appartenenti a uno stesso settore possono avere diversi livelli di produttività (imprese eterogenee), una riduzione delle barriere può esercitare un effetto sulle esportazioni totali del paese attraverso un aumento sia del numero di imprese che esportano (margine estensivo) sia del valore medio delle esportazioni delle imprese già presenti sul mercato internazionale (margine intensivo).

Per analizzare empiricamente la rilevanza di questi due canali, in questo lavoro si esamina l’effetto della riduzione delle tariffe imposte dalla Turchia sulle esportazioni delle imprese francesi — un provvedimento attuato nel gennaio 1996 in seguito all’entrata in vigore dell’Unione Doganale tra i paesi dell’Unione Europea e la Turchia. Si è scelto di analizzare le imprese francesi in quanto la Francia rende disponibili dati molto dettagliati a livello di impresa, specie per ciò che concerne i mercati di destinazione delle esportazioni. Tra il 1995 e il 1999, a fronte di una riduzione delle tariffe dal 9,8 al 7,8 per cento, nella media dei settori, si trova che:

• La probabilità delle imprese francesi di esportare in Turchia (margine estensivo) è aumentata di 0.08 punti percentuali.

• Tale aumento appare fortemente differenziato tra settori: in quelli “labourintensive”, in cui la Francia non ha un vantaggio comparato nei confronti della Turchia, l’aumento è pari a 0,27 punti percentuali; in quelli “capital-intensive” esso è pari ad appena 0,02 punti percentuali — un risultato che contrasta con la predizione del modello tradizionale di Heckscher e Ohlin, secondo cui il guadagno di esportazioni avrebbe dovuto concentrarsi nei settori in cui la Francia aveva un vantaggio comparato.

• Il valore delle esportazioni delle imprese francesi già presenti sul mercato turco anche prima del 1996 (margine intensivo) non è aumentato in misura statisticamente significativa in alcun settore.

Al fine di riconciliare l’evidenza empirica con la teoria, il lavoro propone un semplice modello di equilibrio parziale che può spiegare il risultato riguardante il forte aumento del margine estensivo nei settori in cui la Francia non ha un vantaggio comparato. In particolare, si considerano due paesi, due fattori produttivi (capitale e lavoro) e due settori, ciascuno dei quali utilizza con diversa intensità i fattori di produzione. In ogni settore sono presenti imprese con diversi gradi di produttività. Il prezzo al quale un’azienda esporta il proprio prodotto risulta essere una funzione di tre variabili: le tariffe imposte su tale prodotto, il costo dei fattori produttivi utilizzati e la produttività dell’impresa. Con tariffe elevate, nei settori in cui il paese detiene un vantaggio comparato solo le aziende più produttive sono in grado di esportare; nei settori in cui il paese non ha un vantaggio comparato, invece, la maggior parte delle aziende non riesce a esportare. In seguito alla riduzione delle tariffe, quindi, l’aumento del numero di imprese che esportano risulta più elevato in questi ultimi settori, in quanto nei primi la maggior parte delle aziende è già presente sul mercato internazionale.