N. 658 - Ricerca e sviluppo e struttura di mercato in un modello di differenziazione orizzontale

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di Davide Fantinogennaio 2008

La relazione tra grado di concorrenza dei mercati e attività di ricerca e sviluppo può avere importanti conseguenze sul benessere dei consumatori, come dimostrano alcuni casi importanti in ambito antitrust. Per esempio, nell’azione legale intentata dal governo statunitense contro Microsoft nel 1998 l’impresa si difese dall’accusa di condotta contraria alle regole di mercato sostenendo che il proprio comportamento produceva vantaggi per i consumatori.

Questo lavoro presenta un modello teorico in cui si analizza l’interazione tra l’attività di ricerca e sviluppo, in particolare quella finalizzata a innovare le caratteristiche dei prodotti (cosiddetta innovazione di prodotto) e la struttura concorrenziale dei mercati.

Nel modello si ipotizza che, nel mercato di un dato prodotto, ogni impresa produca una varietà del bene che ha caratteristiche diverse rispetto alle versioni prodotte dalle altre imprese. L’attività di ricerca permette di sviluppare nuove versioni del prodotto che possano più difficilmente essere sostituite con le varietà prodotte dalle altre imprese per soddisfare i bisogni dei consumatori. Pertanto, poiché una minore sostituibilità implica minore concorrenza, l’impresa può imporre un prezzo più alto sul proprio prodotto senza il rischio che i consumatori si rivolgano ai concorrenti, ottenendo, quindi, maggiori profitti.

Tuttavia, l’attività di ricerca e sviluppo accresce anche il benessere dei consumatori: infatti l’introduzione di nuove versioni con caratteristiche sempre più specifiche consente di soddisfare maggiormente le diverse esigenze dei consumatori, come argomentato nella difesa di Microsoft prima ricordata.

Infine, il lavoro mostra come la presenza di imperfetta sostituibilità tra i prodotti, generando posizioni di monopolio nella produzione di ciascuna varietà, comporti un livello di produzione inferiore a quello socialmente ottimo. A sua volta, la minore produzione riduce gli incentivi a investire in ricerca e quindi implica che anche tale spesa sia inferiore a quella socialmente ottima. Pertanto misure di politica economica, quali incentivi alla ricerca o sussidi alla produzione, permetterebbero di conseguire un equilibrio — in termini di quantità e prezzi dei beni prodotti — più prossimo a quello che massimizza il benessere della collettività.