N. 641 - La valutazione del contagio finanziario interbancario: un confronto tra massima entropia e relazioni bancarie osservate

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di Paolo Emilio Mistrullisettembre 2007

Il mercato interbancario costituisce una componente essenziale della gestione della liquidità delle banche. Allo stesso tempo, i prestiti interbancari possono costituire un veicolo attraverso il quale l’insolvenza di una banca si può propagare agli intermediari da cui essa ottiene credito (contagio finanziario).

Il lavoro fornisce una valutazione del rischio di contagio finanziario per il mercato interbancario italiano, contribuendo ad arricchire l’evidenza empirica disponibile per altri paesi industrializzati. Si differenzia, tuttavia, rispetto alle analisi riferite agli altri paesi, per l’elevato dettaglio delle informazioni relative alle relazioni intercreditizie. In particolare, nel caso italiano, è possibile osservare le singole controparti con cui ciascuna banca instaura relazioni di credito. Al contrario, i lavori precedenti utilizzavano principalmente informazioni relative al complesso delle attività e passività interbancarie delle singole banche, senza possibilità — se non in parte e solo per alcuni di questi studi — di osservare le relative controparti.

La disponibilità per l’Italia di informazioni dettagliate sulle relazioni interbancarie presenta due vantaggi. In primo luogo, essa consente di analizzare più accuratamente gli effetti del contagio. In assenza di informazioni sulle esposizioni bilaterali, i precedenti lavori dovevano infatti necessariamente ricorrere a ipotesi ad hoc sulla struttura delle interrelazioni tra intermediari. In particolare, essi ipotizzavano che ogni banca dia e prenda a prestito sul mercato interbancario da tutti gli altri intermediari, distribuendo in modo il più possibile uniforme tra questi le proprie attività e passività intercreditizie (massima entropia). In secondo luogo, la più ampia disponibilità di informazioni rende possibile verificare se, in linea con recenti contributi teorici, un mercato interbancario che soddisfi il criterio di massima entropia rappresenti effettivamente la struttura di mercato meno esposta al rischio di contagio finanziario. A tal fine, il lavoro confronta i risultati per l’Italia, basati sulle effettive esposizioni interbancarie bilaterali, con quelli che si otterrebbero qualora, in assenza di informazioni dettagliate, si sarebbe dovuto applicare anche al caso italiano il criterio della massima entropia. I principali risultati dello studio sono i seguenti. Per quanto riguarda la valutazione del contagio finanziario nel mercato interbancario italiano — che include le relazioni di credito tra banche operanti in Italia — il lavoro indica che, nonostante tale mercato consenta la propagazione di condizioni di insolvenza da una banca all’altra, esso tuttavia non sembra poter innescare una crisi tale da interessare una vasta parte del sistema bancario (crisi sistemica).

In proposito, va precisato che l’analisi potrebbe potenzialmente sottovalutare l’impatto del contagio in quanto si concentra su uno specifico canale di trasmissione, senza tenere conto di possibili interazioni con altri canali di contagio (ad esempio, la trasmissione del contagio nel mercato interbancario può innescare una corsa agli sportelli dei depositanti).

Con riferimento al confronto tra i risultati basati sulla massimizzazione dell’entropia e quelli ottenuti utilizzando le esposizioni bilaterali effettive, lo studio indica che l’applicazione del criterio della massima entropia può implicare non solo una sottovalutazione dell’impatto del contagio, come sostenuto in lavori precedenti, ma anche, a seconda dei casi, una sopravvalutazione del contagio. In particolare, l’analisi mostra che, in corrispondenza di bassi tassi di recupero dei finanziamenti interbancari l’impatto del contagio sarebbe più elevato nel caso di massima entropia rispetto a quello effettivo. Tale risultato tende inoltre a emergere al crescere della dimensione complessiva del mercato interbancario e del grado di asimmetria tra gli intermediari (in termini di quota detenuta nel mercato stesso). In particolare, il criterio di massima entropia tende a sopravvalutare l’impatto del contagio quando il mercato interbancario è caratterizzato dalla presenza di pochi grandi prenditori di fondi, che si finanziano da intermediari di dimensioni relativamente contenute. L’applicazione della massima entropia a un mercato di questo tipo implica un incremento del numero di piccole banche che finanziano quelle di maggiori dimensioni, il cui eventuale default determinerebbe pertanto una maggiore diffusione del contagio.

La principale implicazione di questo risultato è che il criterio della massima entropia, ampiamente utilizzato in precedenti lavori, può portare a valutazioni fuorvianti per quanto riguarda non solo le dimensioni del possibile contagio, ma anche il suo effettivo verificarsi. Ne deriva pertanto che informazioni sulle relazioni interbancarie bilaterali siano necessarie al fine di una corretta valutazione del contagio.

Pubblicato nel 2011 in: Journal of Banking and Finance, v. 35, 5, pp. 1114-1127

Testo della pubblicazione