N. 558 - I modelli di specializzazione commerciale in America Latina: il caso dell'Argentina

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di Paola Caselli e Andrea Zaghinigiugno 2005

La grave crisi economica e finanziaria che ha investito l’Argentina alla fine del 2001 ha origini lontane, che riguardano anche aspetti istituzionali e politici oltre che economici. Pur tenendo conto di tale complessità, è plausibile ritenere che alla vulnerabilità dell’economia argentina a shock di varia natura, interna (la mancanza di disciplina fiscale) o esterna (la perdita di competitività connessa con l’apprezzamento del dollaro cui il peso era ancorato) abbia contribuito in misura significativa la situazione di relativa arretratezza e inadeguatezza della sua struttura produttiva.

Il lavoro si concentra proprio su questo aspetto e prende in esame il modello di specializzazione dell’Argentina sia in prospettiva storica sia in relazione a quelli delle altre economie dell’America latina. L’obiettivo è quello di mettere in evidenza le peculiarità della struttura dei “vantaggi comparati” dell’Argentina e di verificare, a sua volta, se quest’ultima si sia adeguatamente evoluta nell’ultimo ventennio in relazione sia a quanto avvenuto negli altri principali paesi dell’area sia alle nuove caratteristiche del commercio internazionale.

L’analisi è stata effettuata facendo riferimento ai dati di commercio con l’estero che, a differenza di quelli sulla produzione interna, sono disponibili per numerosi paesi su base comparabile e a un livello assai disaggregato (classificazione SITC a 3-digit). L’indicatore utilizzato (indice di Lafay), calcolato a partire da 200 gruppi di prodotti, indica che, nel periodo 1998-2000, i dieci gruppi merceologici in cui l’Argentina concentrava i propri vantaggi comparati erano riconducibili a materie prime (petrolio), prodotti dell’agricoltura (mais, frumento, semi oleosi), alimentari (oli vegetali, mangimi per animali, pesce, carne) e animali (cuoio non manufatto). Allo stesso tempo, i dieci gruppi di massima despecializzazione comprendevano beni capitali tradizionali e a tecnologia avanzata. Come termine di raffronto, l’economia del Messico presentava, nello stesso periodo, ben otto gruppi di prodotti manufatti, anche a tecnologia relativamente avanzata, fra quelli di maggiore specializzazione.

Lo studio mostra anche che alla fine degli anni novanta il modello di specializzazione dell’Argentina non era sostanzialmente mutato rispetto a quello prevalente all’inizio degli anni ottanta. Al contrario, quello del Messico, prima largamente incentrato sulla produzione e sulla raffinazione del petrolio, nello stesso arco temporale, si era radicalmente modificato, divenendo più simile a quelli delle economie emergenti dell’Asia. Su tale trasformazione ha positivamente influito la costituzione del North American Free Trade Agreement (NAFTA) alla metà degli anni novanta,che ha accelerato l’integrazione commerciale e produttiva del Messico, in particolare con gli Stati Uniti.

Infine, il lavoro mette in evidenza che i gruppi merceologici in cui l’Argentina è maggiormente specializzata presentano un tasso di sviluppo della domanda mondiale relativamente basso, mentre è molto accentuata la despecializzazione nei prodotti caratterizzati da una espansione assai rapida (essenzialmente quelli a tecnologia avanzata). Ne è derivata una riduzione strutturale della quota delle esportazioni complessive dell’Argentina sui mercati internazionali, nonostante che paese abbia mantenuto e, in taluni casi anche rafforzato, la specializzazione nelle sue produzioni di “punta”. Ciò ha costituito un elemento di particolare vulnerabilità per una economia il cui debito estero era cresciuto in modo sostenuto nel corso degli anni novanta in seguito alla rapida liberalizzazione internazionale dei flussi di capitali.

Pubblicato nel 2004 in: Studi e note di economia. Quaderni,1, pp. 55-82

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