N. 556 - La determinazione dei prezzi al consumo in Italia

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di Silvia Fabiani, Angela Gattulli, Roberto Sabbatini, Giovanni Veronesegiugno 2005

La teoria economica dedica molta attenzione alle modalità di determinazione dei prezzi e in particolare alla loro possibile vischiosità. Nei modelli macroeconomici le ipotesi formulate riguardo alle modalità di aggiustamento dei prezzi sono fondamentali per determinare l’entità e la dinamica della risposta dell’economia a modifiche nell’intonazione della politica monetaria. Nonostante ciò, l’evidenza empirica disponibile è piuttosto limitata.

Il lavoro esamina il comportamento dei prezzi al consumo nel nostro paese analizzando le quotazioni dei singoli beni e servizi rilevate mensilmente dall’Istat nell’ambito della elaborazione degli indici dei prezzi al consumo. L’analisi considera un campione di circa 750.000 quotazioni elementari riferite a 50 beni e servizi inclusi nel paniere dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale, rilevate da gennaio 1996 a dicembre 2003. La lista dei prodotti, l’estensione temporale del campione, nonché le metodologie utilizzate, sono simili a quelle usate in analoghi lavori svolti da altre Banche Centrali dell’Eurosistema. L’obiettivo dello studio è di valutare le caratteristiche del processo di variazione dei prezzi in Italia, in particolare la frequenza con cui si verificano gli aggiustamenti.

Per stimare la durata media dei prezzi al consumo, ossia il numero di mesi per il quale il livello del prezzo resta invariato, sono state utilizzate due metodologie. La prima, di tipo diretto, è basata sull’aggregazione delle durate rilevate nel campione, tenendo conto della più elevata probabilità di osservare traiettorie di prezzo con durata più lunga. Il secondo approccio, di tipo indiretto, si basa invece sulla stima in ogni mese della quota dei prezzi che registrano una variazione; la media di tali frequenze negli anni considerati fornisce un indicatore da cui si può ricavare implicitamente la durata media di una quotazione rappresentativa del paniere dei prezzi al consumo.

Con riferimento all’intero campione, il livello dei prezzi rimane invariato mediamente per circa 7 mesi. Si registra, tuttavia, una marcata eterogeneità nella durata media dei prezzi tra le diverse componenti dell’indice. In particolare, essa è piuttosto elevata per i servizi (16 mesi) e per i beni non alimentari e non energetici (1 anno), e assai breve per i beni energetici e per gli alimentari freschi (1 e 4 mesi, rispettivamente).

Le variazioni dei prezzi presentano delle asimmetrie rispetto alla direzione dell’aggiustamento: la frequenza media dei cambiamenti verso l’alto in ciascun mese è pari a circa il 6,5 per cento, mentre quella delle variazioni verso il basso è di circa due punti percentuali inferiore. Per contro, l’entità della variazione media dei prezzi è simile per gli adeguamenti verso l’alto e verso il basso. Infine, la frequenza dei cambiamenti dei prezzi è diversa a seconda del canale distributivo, risultando, in particolare, più elevata nella grande distribuzione. Restringendo l’analisi ai prezzi rilevati in ciascuna città per i singoli beni e servizi, i movimenti dei prezzi risultano piuttosto sincronizzati, in particolare per i beni energetici, per gli alimentari freschi e per alcuni servizi.

La probabilità di osservare una variazione di prezzo è correlata positivamente al livello dell’inflazione media e a una revisione delle imposte indirette e negativamente all’incidenza dei “prezzi attraenti” e al numero di mesi per i quali un prezzo è rimasto invariato.

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