N. 553 - Il credito commerciale come garanzia per i prestiti bancari

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di Massimo Omiccioligiugno 2005

In Italia oltre un quinto del credito bancario totale alle imprese non finanziarie e oltre la metà di quello concesso sotto forma di linee di credito a breve termine sono assistiti da una garanzia costituita da crediti commerciali. Percentuali analoghe si riscontrano negli Stati Uniti. Il lavoro analizza: a) le condizioni di equilibrio nel mercato del credito commerciale a seconda che esso venga finanziato o meno attraverso lo smobilizzo dei crediti commerciali; b) la scelta delle imprese relativamente a quanta parte dei propri crediti commerciali utilizzare come garanzia bancaria.

Le banche possono trovare conveniente concedere credito al fornitore che offre come garanzia i crediti commerciali, piuttosto che finanziare direttamente l’acquirente, sia perché in tal modo usufruiscono indirettamente delle capacità di screening, di monitoring e di enforcement del fornitore nei confronti dei propri clienti, sia per la possibilità di rivalersi su di esso nel caso in cui il debitore commerciale non faccia fronte ai propri impegni. Per le imprese, d’altra parte, il vantaggio di offrire i crediti commerciali in garanzia alle banche deriva dai minori tassi di interesse che possono ottenere in questo modo, un vantaggio che è relativamente maggiore per le aziende più rischiose. Ciò consente anche a queste imprese di poter concedere dilazioni di pagamento ai propri clienti a condizioni competitive, anche quando questi ultimi godono di un migliore accesso al credito bancario. Quando il credito commerciale è invece finanziato attraverso il normale credito bancario, è necessario che il fornitore sia meno rischioso dell’acquirente affinché la dilazione dei pagamenti risulti economicamente sostenibile.

La quota dei crediti smobilizzata dall’impresa è il risultato di due spinte opposte. Ai minori tassi d’interesse sulle linee di credito garantite dai crediti commerciali si contrappongono i costi derivanti dal fatto che questo tipo di operazione può rivelare alla banca informazioni “riservate” sulle relazioni commerciali e finanziarie dell’impresa, sul suo andamento economico e anche su quello delle sue controparti. Poiché la differenza nei tassi d’interesse tra i prestiti non garantiti e i prestiti assistiti dalla garanzia dei crediti verso i clienti si amplia al crescere della probabilità d’insolvenza del fornitore, le imprese più rischiose avranno un incentivo maggiore a utilizzare i crediti commerciali come garanzia collaterale. La diffusione del pluriaffidamento, d’altra parte, riducendo il flusso di informazioni a disposizione di ciascuna singola banca, sarà associata anch’essa ad un maggior ricorso alle operazioni di credito bancario “autoliquidanti”.

Le previsioni avanzate nella discussione teorica sono confermate dall’evidenza empirica sull’utilizzo dei crediti commerciali come garanzia bancaria in un campione di 7.250 imprese manifatturiere italiane. La quota di crediti commerciali utilizzata come garanzia è maggiore:
i) quando le imprese affidate sono caratterizzate da un più elevato rischio di credito (misurato sia attraverso i tassi bancari applicati sulle operazioni a revoca, sia attraverso i credit scores elaborati dalla Centrale dei bilanci);
ii) quando le imprese affidate sono più piccole, più giovani e non appartengono a gruppi;
iii) quando la correlazione tra le probabilità d’insolvenza del fornitore e dei clienti è bassa;
iv) quando l’affidabilità creditizia dei clienti è elevata;
v) quando le imprese prenditrici sono meno esposte ai costi impliciti nel consentire alle banche l’accesso a informazioni relative alle proprie relazioni commerciali e finanziarie (per esempio, quando le operazioni di smobilizzo sono suddivise tra molte);
vi) nelle aree dove è più debole la protezione legale dei diritti dei creditori (misurata dalla durata dei procedimenti giudiziari civili), poiché i fornitori dipendono di meno, rispetto alle banche, dai meccanismi di tutela formale del credito.

Pubblicata nel 2005 in: L. Cannari, S. Chiri, M. Omiccioli (a cura di), Imprese o intermediari? Aspetti finanziari e commerciali del credito tra imprese in Italia, Bologna, il Mulino

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