N. 502 - Processi decisionali e acquisizione delegata di informazioni: ottima duplicazione dei costi

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di Giuliana Palumbogiugno 2004

La qualità di un processo decisionale dipende in modo cruciale dalla disponibilità di informazioni che permettono di confrontare le alternative possibili e di ordinarle sulla base di un prestabilito criterio di benessere. In molte organizzazioni, sia pubbliche sia private, il compito di acquisire informazioni e di trasmetterle a chi prende le decisioni è affidato a soggetti con interessi contrapposti rispetto all’esito del processo decisionale. In campo giudiziario, l’acquisizione e la presentazione delle prove dinanzi al giudice sono affidate alle parti; nella valutazione delle concentrazioni, l’autorità antitrust si serve delle informazioni prodotte dalle imprese ricorrenti e dalle loro rivali; l’allocazione delle risorse pubbliche è tipicamente la risultante di una valutazione dialettica tra diversi ministeri o tra governo centrale e amministrazioni locali. Infine, nelle strutture organizzative divisionali è frequente osservare singole divisioni in competizione tra loro (ad esempio divisione acquisti e divisione vendite).

In questo lavoro si analizza il problema della delega dell’acquisizione delle informazioni in un modello principale-agente in cui: i) il principale sceglie tra lo status quo e uno di due progetti alternativi; ii) motivare gli agenti ad acquisire informazioni è costoso (azzardo morale) e iii) il compenso corrisposto agli agenti può solo dipendere dalla decisione ma non dalla quantità/qualità di informazione prodotta (incompletezza dei contratti).

Due soluzioni organizzative sono poste a confronto. Nella prima, la raccolta delle informazioni viene delegata a due agenti, ciascuno sostenitore di un progetto; nella seconda lo stesso compito è affidato ad un agente unico, interessato solo a che non prevalga lo status quo.

L’analisi procede da due assunti. Il primo, ampiamente enfatizzato dalla letteratura in materia di organizzazione, è che la delega ad agenti non imparziali genera distorsione delle informazioni. Il secondo è che l’impiego di due agenti comporta maggiori costi connessi alla duplicazione dell’attività di acquisizione delle informazioni (la stessa informazione viene raccolta due volte).

In questo lavoro si dimostra che, pure in presenza di tali costi, la delega a due agenti con interessi contrapposti rappresenta una soluzione efficiente. La ragione risiede nel fatto che la competizione genera un meccanismo di reciproco controllo, tale per cui i benefici in termini di qualità della decisione superano i costi di duplicazione. Alla base di questo meccanismo vi è la correlazione positiva tra gli incentivi di una parte a distorcere le informazioni e quelli dell’altra ad esercitare il controllo.

Tale correlazione ha la proprietà che in una condizione di equilibrio una maggiore distorsione si traduce in un miglioramento della qualità dell’informazione complessivamente prodotta. Ne discende che l’introduzione di un sistema di sanzioni che miri a scoraggiare ex-ante la distorsione delle informazioni non è una scelta ottimale.

Infine, il meccanismo basato sul controllo reciproco risulta più efficiente di un meccanismo di controllo “verticale”, basato su un agente ed un supervisore