N. 485 - L'utilizzo degli indicatori compositi nell’analisi congiunturale territoriale: un’applicazione all’economia del Veneto

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di P. Chiades, M. Gallo e A. Venturinisettembre 2003

Il processo di crescente integrazione delle economie nazionali (“globalizzazione”) potrebbe ampliare le differenze tra gli andamenti ciclici di regioni appartenenti a un medesimo paese, qualora fosse significativamente differenziata, all’interno del territorio nazionale, l’intensità delle inter-relazioni con le diverse aree dell’economia mondiale. La forte eterogeneità territoriale del tessuto economico italiano suggerisce che l’evoluzione del ciclo economico possa divergere in misura sensibile tra le diverse parti del Paese, anche in relazione con gli andamenti dell’economia mondiale.

Questo lavoro impiega una metodologia elaborata congiuntamente dalla Banca d’Italia e dall’ISAE per la costruzione di indicatori ciclici per l’economia italiana* al fine di elaborare due indicatori del ciclo economico della regione Veneto. L’indicatore coincidente mira a riassumere l’evoluzione corrente dell’attività regionale; quello anticipatore ha l’obiettivo di prevederne gli sviluppi di breve periodo, e in particolare le inversioni di tendenza. Il lavoro propone inoltre una cronologia ciclica di riferimento per il Veneto basata sull’indicatore coincidente e fornisce una caratterizzazione del comportamento delle principali variabili regionali nel corso del ciclo.

La costruzione degli indicatori sfrutta le informazioni ricavabili da una banca dati costituita da 150 variabili. In un primo stadio, tali variabili sono state confrontate con la variabile di riferimento per la definizione del ciclo regionale (costituita dall’indice della produzione industriale del Veneto), al fine di selezionare un numero ristretto di grandezze coincidenti elementari. L’aggregazione, con opportuni pesi, di cinque di queste costituisce l’indicatore coincidente del ciclo economico regionale, con frequenza mensile.

L’identificazione dei punti di svolta dell’indicatore - ovvero dei punti di massimo (al termine di periodi di espansione) e di minimo (alla fine delle fasi di contrazione) - permette di definire una cronologia ciclica di riferimento dell’economia regionale. Quest’ultima differisce in misura non trascurabile da quella ricostruita dalla Banca d’Italia e dall’ISAE per l’economia italiana nel suo complesso, in quanto il ciclo economico della regione Veneto risulta particolarmente sensibile all’evoluzione delle condizioni esterne, coerentemente con il grado di apertura relativamente elevato rispetto a quello medio delle altre aree del Paese.

Nel corso degli anni novanta possono essere identificati almeno tre episodi ciclici che confermano come gli andamenti economici internazionali tendano a riflettersi sull’attività della regione Veneto in maniera più pronunciata rispetto a quanto avviene per il resto del Paese: (i) il ciclo di breve durata registrato nel biennio 1990–91, in corrispondenza della crisi politica internazionale culminata nella guerra del Golfo e della successiva breve fase di crescita indotta dall’espansione fiscale tedesca post-riunificazione; (ii) la fase ciclica compresa tra il marzo 1993 e il novembre 1996, connessa al deprezzamento della valuta nazionale conseguente all’uscita dagli Accordi europei di cambio e caratterizzata da fluttuazioni particolarmente ampie; (iii) il ciclo giunto a compimento con la recessione del periodo febbraio 1998–aprile 1999, indotta dalla crisi che colpì alcuni paesi dell’Asia orientale.

Un’ulteriore analisi delle 150 variabili comprese nella banca dati, mirante a identificare le serie i cui andamenti tendono a precedere quelli dell’indicatore coincidente, ha consentito la costruzione di un indicatore anticipatore del ciclo economico regionale, in grado di prevedere con circa cinque mesi di anticipo i punti di svolta.

* Cfr. Altissimo, F., Marchetti D.J. e G.P. Oneto (2000), “The Italian Business Cycle: Coincident and Leading Indicators and Some Stylized Facts”, Banca d’Italia, Temi di discussione No. 377.