N. 474 - L’identificazione delle fonti di crescita della produttivita’ a livello locale

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di F. Cingano e F. Schivardigiugno 2003

La teoria economica ha da tempo riconosciuto il ruolo della struttura produttiva a livello locale nel promuovere la crescita economica. La letteratura recente individua in estrema sintesi tre potenziali canali di influenza: la concentrazione geografica di attività simili (specializzazione produttiva), che condurrebbe ad una accelerazione del processo innovativo e della sua diffusione fra le imprese, come ad esempio nei distretti industriali italiani; la diversificazione del sistema produttivo (dispersione settoriale), che gioverebbe all’innovazione e alla crescita, in quanto faciliterebbe una benefica cross fertilisation fra settori; i fattori di scala (dimensione del mercato locale), in quanto un maggior volume di attività produttiva aumenterebbe la massa di conoscenza e favorirebbe una sua rapida diffusione. I lavori empirici che hanno tentato di misurare gli effetti di queste diverse forze di agglomerazione a livello locale, regredendo indicatori di crescita su indicatori di inizio periodo della struttura locale, hanno raggiunto risultati spesso opposti alle previsioni teoriche: in particolare, sia la specializzazione sia la scala di produzione a livello locale avrebbero un effetto negativo sulla crescita dell’area.

Il lavoro mostra che gli indicatori impiegati in studi precedenti allo scopo di esplorare la relazione tra struttura produttiva e crescita soffrono di un importante problema di identificazione. In assenza di misure di produttività, la crescita a livello locale è stata infatti approssimata con il tasso di variazione dell’occupazione. Questa specificazione, tuttavia, identifica correttamente gli effetti della struttura locale sulla produttività solo se l’offerta di lavoro è indipendente da variazioni della struttura produttiva, un’ipotesi molto restrittiva. Nell’esercizio qui proposto, invece, l’intensità delle esternalità dinamiche è ottenuta come stima dell’impatto diretto della struttura produttiva sulla crescita della produttività totale dei fattori (PTF), misurata a livello locale utilizzando un campione di imprese del il settore manifatturiero italiano fra in 1986 e il 1998.

I risultati ottenuti sulla base di tali misure empiriche, più corrette rispetto a quelle comunemente impiegate, indicano che le cosiddette esternalità “marshalliane” hanno un ruolo particolarmente importante per lo sviluppo locale: sia la specializzazione produttiva (misurata con la quota di occupazione settoriale rispetto al totale del sistema locale) sia la scala di produzione (misurata con il numero totale di lavoratori nel sistema locale) hanno un impatto positivo sulla crescita della produttività dell’area. Il grado di diversificazione dell’attività economica non sembra invece avere effetti significativi.

Per meglio comprendere questi risultati rispetto a quelli della letteratura precedente, si valuta poi quale sia l’impatto dello stesso insieme di indicatori sulla crescita dell’occupazione. I risultati sono tendenzialmente opposti a quelli ottenuti con la PTF e in linea con quelli dei lavori esistenti. L’evidenza empirica complessiva indica quindi che il problema di identificazione è molto rilevante.

Infine, un ultimo set di regressioni è volto a verificare in che misura il sistema centralizzato di fissazione dei salari predominante in Italia ostacoli l’adeguamento delle remunerazioni alle condizioni locali. I risultati indicano come la crescita dei salari sia scarsamente correlata con gli indicatori di struttura produttiva locale. Nel loro insieme, i risultati indicano che gli effetti positivi sulla produttività di un'elevata concentrazione non riescono a compensare quelli negativi sull'offerta di lavoro, dovuti ad esempio al fatto che un'alta densità produttiva iniziale induce diseconomie da congestione non sufficientemente compensate da salari più alti.

Dal punto di vista delle implicazioni di policy appaiono quindi auspicabili sia una riduzione dei costi di mobilità dei lavoratori sia un legame più diretto fra salari e condizioni locali del mercato del lavoro, così da favorire una più stretta associazione tra la crescita della produttività e quella dell’occupazione.

Pubblicato nel 2004 in: Journal of the European Economic Association, v. 2, 4, pp. 720-742

Testo della pubblicazione