N. 467 - Evoluzione del sistema bancario e finanziamento dell’economia nel Mezzogiorno

Il lavoro analizza le trasformazioni del sistema bancario meridionale negli anni novanta, esaminandone gli effetti sui bilanci bancari, sul costo dei finanziamenti alle imprese e sulla disponibilità di credito nel Mezzogiorno rispetto al Centro Nord. I principali risultati sono i seguenti.

Dalla metà degli anni novanta le banche del Mezzogiorno hanno invertito la precedente tendenza all’aumento dei costi, migliorato la qualità dell’attivo, accresciuto la redditività del capitale. Esse hanno nel contempo diversificato i ricavi a favore dei servizi finanziari, ampliando la gamma dei prodotti offerti alla clientela. La diffusione degli sportelli sul territorio nazionale ha migliorato la disponibilità di servizi bancari sia al Centro Nord, sia nel Mezzogiorno.

Il divario nel costo dei prestiti a breve termine alle imprese nel Mezzogiorno e nel Centro Nord è in calo dal 1996. Il suo attuale livello - pari a circa 1,6 punti percentuali - è leggermente inferiore al precedente minimo toccato nel 1992. Una parte del divario è peraltro solo apparente, in quanto riflette la diversa composizione della clientela bancaria nelle due aree. Se si tiene conto delle differenti caratteristiche dimensionali e settoriali delle imprese affidate nel Mezzogiorno rispetto a quelle del Centro Nord, il divario di tasso si riduce a circa 0,9 punti percentuali, valore minimo degli ultimi quindici anni. Tale differenziale residuo riflette il più elevato rischio di credito nel Mezzogiorno, riconducibile alle diseconomie esterne che gravano sull’attività produttiva in quest’area.

Il divario tra i tassi sui depositi al Centro Nord e al Mezzogiorno è anch’esso diminuito, fino ad annullarsi negli anni scorsi.

Se corretta per tener conto della quota di credito che diviene inesigibile ogni anno in ciascuna area, l’espansione dei finanziamenti bancari nel Mezzogiorno risulta dal 1990 al 2001 simile a quella nel Centro Nord. Il contenuto divario tra la dinamica dei prestiti nelle due aree registrato nel periodo 1998- 2001 è essenzialmente attribuibile alla elevata domanda di credito nel Centro Nord, connessa con la realizzazione di operazioni di finanza straordinaria (quali fusioni e acquisizioni tra imprese) da parte di holding e di imprese finanziarie; in importanti settori, quali l’industria e i servizi, l’andamento dei prestiti non ha invece presentato divergenze tra le diverse regioni italiane. Nel 2002 l’espansione del credito al Sud e nelle Isole (7,1 per cento) ha superato quella del Centro Nord (5,9 per cento).

Dalla metà degli anni novanta - quando più intenso è stato il processo di riallocazione della proprietà delle banche meridionali - è progressivamente aumentata la quota del risparmio raccolto dalle banche nel Mezzogiorno e successivamente destinato a finanziare l’attività produttiva nella stessa area. Nel Sud e nelle Isole il rapporto tra prestiti e raccolta in loco è oggi di poco inferiore all’85 per cento, a fronte di valori intorno al 75 per cento alla metà del decennio scorso.

Al Centro Nord gli impieghi in rapporto alla raccolta sono più elevati (118 per cento), ma ciò riflette il fatto che in quell’area i prestiti sono in misura rilevante finanziati dalle banche con provvista sull’estero; non vi è evidenza di un drenaggio di risorse dal Mezzogiorno.

A contenere il rapporto impieghi/raccolta nel Mezzogiorno contribuiscono le banche con sede legale nel Mezzogiorno stesso, con un rapporto intorno al 65 per cento; al contrario, le banche con sede legale nel Centro Nord impiegano nel Sud e nelle Isole risorse superiori a quelle da esse raccolte nella stessa area.

Il valore più contenuto del rapporto prestiti/raccolta nel Mezzogiorno rispetto al Centro Nord risente peraltro di caratteristiche strutturali del sistema economico meridionale (destinatario di ampi flussi di trasferimenti, che accrescono la domanda di depositi e riducono il fabbisogno di finanziamenti) e dei tempi della giustizia civile. Infine, escludendo le società finanziarie, spesso localizzate al Centro Nord ma con attività produttiva estesa all’intero territorio nazionale, il divario nel rapporto prestiti/raccolta tra Centro Nord e Mezzogiorno si riduce considerevolmente.

Pubblicato nel 2003 in: Moneta e credito, v. 56, 222, pp. 127-160

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