N. 443 - Ignoranza razionale e scelte collettive sulla redistribuzione del reddito

Go to the english version Cerca nel sito

di Valentino Larcineseluglio 2002

Cosa determina il grado di redistribuzione del reddito di un paese? Perché paesi apparentemente simili presentano livelli molto diversi di spesa sociale? L’approccio della public choice suggerisce di guardare al mercato politico e agli incentivi elettorali dei policy-makers. Questi ultimi non vengono considerati come massimizzatori benevoli del benessere sociale ma come soggetti mossi da interessi privati e interessati a estrarre il massimo consenso pubblico dalle proprie scelte. Tale approccio suggerisce che il livello della redistribuzione (tassazione progressiva, spesa sociale, ecc.) converga con quello desiderato dall’elettore “mediano”. Un corollario di tale risultato è che un aumento nella disuguaglianza distributiva accresce il desiderio di redistribuzione dell’elettore mediano, che normalmente ha un reddito di poco inferiore alla media, e pertanto innesca una redistribuzione effettiva.

Un limite notevole di tale approccio è l’ipotesi di informazione perfetta, ossia che i cittadini siano perfettamente a conoscenza delle piattaforme elettorali dei diversi partiti e in grado di prevederne le conseguenze per il proprio benessere. Questo lavoro considera esplicitamente il ruolo dell’informazione nel mercato elettorale. Viene proposta l’idea che le scelte di politica economica possano avere rilevanza per decisioni di tipo privato (ad esempio d’investimento). Inoltre, sotto condizioni assai generali, si dimostra che il valore di tale informazione è maggiore per cittadini ad alto reddito. A parità di altre condizioni, i cittadini più ricchi saranno generalmente meglio informati e più reattivi alle proposte delle diverse formazioni politiche, con la conseguenza che il livello di redistribuzione può risultare inferiore a quello preferito dall’elettore mediano.

Dal modello segue anche che maggiore disuguaglianza non necessariamente conduce a maggiore redistribuzione: gli individui poveri possono risultare disinformati e con un peso politico molto inferiore al loro peso numerico. Ciò è particolarmente evidente in alcuni paesi in via di sviluppo in cui i poveri sono la maggioranza e, nonostante la presenza di istituzioni democratiche, non si assiste ad alcuno sviluppo dei sistemi di tassazione e di spesa sociale. L’analisi suggerisce che l’informazione politica è una componente integrante di un sistema di istituzioni democratiche e che le politiche pubbliche dipendono inevitabilmente anche dalla distribuzione dell’informazione.

I risultati teorici del presente lavoro sono confortati dall’evidenza empirica disponibile. Le ricerche empiriche mostrano che il nesso causale fra disuguaglianza e redistribuzione è tutt’altro che chiaro, rivelando una certa incompatibilità fra i modelli tradizionali di public choice e quanto osservato nella realtà. È empiricamente assodato, inoltre, che il grado di astensionismo elettorale è maggiore fra i più poveri, che dunque ci si può attendere abbiano un peso inferiore sulla definizione delle piattaforme politiche. Coerentemente, si osserva che le politiche sociali risultano più incisive nei paesi in cui la partecipazione elettorale è più alta.

Testo della pubblicazione