N. 439 - Beni durevoli, indici di prezzo e cambiamenti di qualità: un'applicazione ai prezzi delle automobili in Italia, 1988-98

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di Gian Maria Tomatmarzo 2002

Negli ultimi anni, il processo di armonizzazione degli indici dei prezzi al consumo dei paesi dell'Unione Europea ha messo in evidenza l'importanza dei problemi di misurazione che devono essere affrontati al fine di ottenere misure di prezzo accurate. Il dibattito su questi temi ha ricevuto uno stimolo ulteriore dalla pubblicazione, negli Stati Uniti, del Rapporto Boskin. Gli studi in questo campo hanno sottolineato i problemi che derivano dai mutamenti della struttura dei prezzi relativi, dai cambiamenti di qualità dei prodotti e dall'introduzione di nuovi beni.

Il lavoro esamina i problemi connessi con i cambiamenti di qualità, concentrandosi sul caso dei beni durevoli, generalmente trascurato dalla letteratura sull'argomento. Vengono definiti indici di prezzo teorici che possono essere utilizzati sia come deflatori della spesa nominale in beni durevoli sia come indicatori della dinamica dei prezzi di acquisto dei beni.

Vengono quindi analizzati i metodi di stima più utilizzati dagli istituti statistici: il metodo delle regressioni edoniche e il metodo dell'accoppiamento dei prodotti (matched model method), distinguendo per quest'ultimo tra indici a base fissa e indici a catena. Sulla base del modello teorico utilizzato, si dimostra che gli indici edonici non sempre costituiscono misure di prezzo affidabili, in quanto vengono generalmente stimati sulla base di insiemi informativi limitati relativamente alle caratteristiche qualitative dei prodotti. Un problema analogo caratterizza gli indici di prezzo a base fissa stimati mediante l'applicazione del metodo dell'accoppiamento dei prodotti, poiché la revisione dei panieri su cui si effettuano le rilevazioni avviene a intervalli di tempo relativamente lunghi. Per prodotti caratterizzati da frequenti cambiamenti tecnologici, questo determina la necessità di introdurre correzioni che tengano conto dei cambiamenti di qualità che avvengono nel corso del tempo. Il metodo del concatenamento produce invece misure di prezzo più affidabili, in quanto le revisioni frequenti del paniere di riferimento consentono di effettuare confronti tra beni qualitativamente omogenei.

Al fine di valutare i diversi metodi dal punto di vista empirico, viene presentato uno studio dell'andamento dei prezzi nel settore dell'automobile in Italia, nel periodo 1988- 1998. Lo studio confronta un indice di prezzo edonico e alcuni indici a catena con l'indice di prezzo al consumo in quegli anni calcolato dall'Istat, basato sull'applicazione di un metodo a base fissa. L’indice edonico e gli indici a catena sono calcolati utilizzando i dati sui prezzi e sulle caratteristiche delle automobili presenti sul mercato italiano raccolti dalla rivista Quattroruote. Questi indicatori vengono inoltre confrontati con l'indice dei prezzi delle automobili calcolato dal Centro Studi Promotor sulla base di un insieme informativo simile a quello di Quattroruote. Il confronto conferma l'analisi teorica, evidenziando che l'indice elaborato dall'Istat tendeva a sovrastimare l'inflazione; le distorsioni sono particolarmente pronunciate negli anni 1993-95.

Il problema dei cambiamenti qualitativi dovrebbe essersi ridimensionato in seguito all'applicazione del metodo del concatenamento, introdotto dall'Istat all'inizio del 1999.

Testo della pubblicazione