N. 422 - Produttività totale dei fattori e qualità della forza lavoro in Italia, 1981-2000

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di Andrea Brandolini e Piero Cipolloneottobre 2001

Il lavoro descrive l’evoluzione della produttività totale dei fattori in Italia negli ultimi vent’anni. Lo schema di riferimento è costituito dalla “contabilità della crescita” proposta da Solow nel 1957, ma tiene conto degli sviluppi successivi che hanno mostrato come una accurata misurazione degli input sia condizione necessaria per non attribuire variazioni spurie alla produttività totale dei fattori. In particolare, ci si sofferma sul ruolo dell’accumulazione di capitale umano come SUR[\ del miglioramento della qualità dell’input di lavoro. I principali risultati dello studio sono i seguenti:

  • (1) Una semplice applicazione di contabilità della crescita, misurando l’input di lavoro in unità standard, indicherebbe che oltre metà dell’aumento del valore aggiunto (al costo dei fattori) dell’economia italiana tra il 1980 e il 2000 (in media, 1,9 per cento all’anno) è attribuibile alla crescita della produttività totale dei fattori; l’accumulazione di capitale contribuirebbe per 0,7 punti percentuali e l’input di lavoro per 0,2 punti. Nella seconda metà degli anni novanta, si sarebbe registrato un rallentamento della produttività.

  • (2) Il livello di istruzione della forza lavoro si è notevolmente accresciuto negli ultimi venti e più anni. Nel 1977 poco più del 40 per cento degli occupati aveva completato le scuole medie e i laureati erano appena il 4 per cento del totale. Nel 2000 la quota dei primi era salita all’87 per cento e quella dei secondi era triplicata al 12 per cento; le persone con un diploma di scuola media superiore erano divenute il gruppo modale, rappresentando il 40 per cento del totale. Nello stesso periodo, la scolarità media (approssimata dagli anni minimi necessari per conseguire ciascun titolo) è passata da 7 a quasi 11 anni.

  • (3) Utilizzando il grado di scolarità come indicatore di efficienza di un lavoratore e aggregando i gruppi di lavoratori con scolarità diversa sulla base dei rispettivi differenziali retributivi, si può stimare che la qualità dell’input di lavoro sia aumentata, tra il 1980 e il 2000, del 10 per cento e che abbia contribuito per 0,3 punti percentuali l’anno alla crescita media annua dell’1,9 per cento del valore aggiunto nell’intera economia. Il corrispondente sostegno della produttività totale dei fattori si riduce in pari misura e scende a 0,7 punti percentuali; si accentua il suo rallentamento nella seconda metà degli anni novanta.

  • (4) Nella sola industria, correggendo per la qualità della manodopera impiegata, per un indice delle ore effettivamente lavorate da ogni unità standard di lavoro e per l’utilizzazione della capacità produttiva, il tasso di crescita della produttività totale dei fattori si riduce, nella media del periodo 1981-2000, da 1,4 punti percentuali, in assenza delle correzioni sopraddette, a 1 punto percentuale. A fronte di un aumento del prodotto dell’1,5 per cento, ciò significa che la dinamica della produttività totale spiega circa due terzi della crescita. Si conferma il rallentamento della produttività totale dei fattori nello scorcio degli anni novanta.

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