N. 406 - L’evoluzione del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese in Francia, Germania e Italia

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di Paolo Carnazza e Giuseppe Parigigiugno 2001

Negli ultimi anni gli indicatori della “fiducia” di famiglie e imprese hanno acquistato crescente importanza nell’analisi della congiuntura economica, grazie alla tempestività con cui vengono resi noti e, in alcuni casi, per le loro proprietà anticipatrici del ciclo economico. La disponibilità di tali indici per i paesi appartenenti alla UE, calcolati secondo criteri uniformi, ne ha ulteriormente accresciuto la rilevanza per l’analisi dell’economia europea e, in particolare, dell’area dell’euro.

Il lavoro analizza il contenuto informativo degli indici di fiducia di consumatori e imprese generalmente utilizzati nell’ambito delle analisi del ciclo in Italia e in Europa. Lo scopo è l’individuazione delle principali determinanti dell’evoluzione degli indicatori. Nel lavoro si considerano i tre principali paesi dell’area dell’euro, Francia, Germania e Italia, i cui indicatori sono disponibili nella banca dati dell’inchiesta armonizzata della Commissione europea.

L’analisi empirica, relativa al periodo 1986-2000, si basa su una serie di regressioni degli indici del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese per ogni paese su un insieme di variabili macroeconomiche, costituto da grandezze direttamente legate al ciclo e da variabili connesse con la politica economica (tasso d’interesse ufficiale e rapporto debito pubblico PIL). Al fine di evidenziare l’influenza di effetti di natura non economica, fra i regressori è stata inserita anche una variabile relativa ai periodi d’instabilità politica. Questa variabile ha lo scopo di cogliere eventuali effetti sulla fiducia degli agenti economici nei periodi caratterizzati da maggiore incertezza, come i mesi immediatamente precedenti elezioni di rilevanza nazionale e/o i periodi di crisi di governo.

I risultati principali possono essere così sintetizzati:

  • in generale si mostra come gli indicatori di fiducia possano essere considerati un’efficace sintesi dell’evoluzione del ciclo economico, confermando la loro utilità all’interno dei cosiddetti indici compositi, come quello pubblicato dalla Commissione europea per l’area dell’euro, o dalla Banca d’Italia-ISAE per l’Italia
  • l’estensione dell’analisi a più paesi rivela come gli effetti delle decisioni di politica monetaria nel periodo considerato siano differenziati. In Francia e in Italia aumenti dei tassi ufficiali non appaiono essere stati correlati, al contrario di quanto avveniva in Germania, con un miglioramento del clima di fiducia
  • le stime hanno confermato il crescente grado di convergenza delle economie dell’area dell’euro, soprattutto dopo l’avvio del mercato unico nel 1992-93
  • nel corso degli anni novanta, l’integrazione dei mercati e l’unione monetaria hanno accentuato l’importanza della competitività quale determinante della fiducia delle imprese, mentre le famiglie sarebbero sempre più attente a fattori interni, come l’inflazione e la disoccupazione.