N. 405 - La domanda di moneta nell’area dell’euro: quanto contano le differenze nazionali?

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di L. Dedola, E. Gaiotti e L. Silipogiugno 2001

Le proprietà della domanda di moneta nell’area dell’euro sono state oggetto di numerosi studi empirici recenti. Il contributo di questo lavoro è di utilizzare l’informazione contenuta nei contributi nazionali alla M3, non limitandosi ai dati aggregati a livello di area.

Dal punto di vista metodologico, una caratteristica del lavoro è quella di utilizzare una ricostruzione statistica del rendimento degli strumenti inclusi nella M3. Questa informazione permette di misurare in modo più preciso il costo opportunità di detenere la moneta.

Nella prima parte del lavoro si sottopone a verifica l’ipotesi che l’aggregazione degli strumenti monetari nazionali nella M3 dell’area sia appropriata. Utilizzando criteri statistici e test econometrici, si verifica se i dati aggregati siano meglio spiegati da un’equazione aggregata o da un insieme di equazioni nazionali combinate. I risultati indicano che i due approcci non danno luogo a risultati sostanzialmente diversi dal punto di vista previsivo.

Nella seconda parte del lavoro, si comparano diversi metodi per stimare i parametri strutturali di lungo periodo della domanda di moneta aggregata. In modelli dinamici, se i parametri delle equazioni individuali differiscono, la stima basata su serie temporali aggregate può non dare risultati consistenti; in questo caso, metodi panel potrebbero essere preferibili. I risultati indicano che la stima dell’elasticità al reddito è molto robusta al metodo di stima; al contrario, la stima dell’elasticità al tasso di interesse è meno precisa. Utilizzando una stima panel basata sull’ipotesi di uguaglianza dei parametri di lungo periodo per un particolare sottoinsieme di paesi, si ottiene una stima dell’elasticità al tasso di interesse più elevata che in stime alternative.

Nella terza parte del lavoro, si esaminano eventuali differenze della domanda di moneta nei diversi paesi dell’area. I risultati indicano che queste non sono molto rilevanti per quanto riguarda l’elasticità al reddito e l’errore standard della domanda di moneta. L’analisi teorica indica che sono queste caratteristiche che giustificherebbero un sistematico potere informativo dei contributi nazionali. Non vi è quindi ragione per considerare sistematicamente gli andamenti nazionali come indicatori di policy per l’area.

Sono invece ampie le differenze nelle elasticità ai tassi di interesse, riflettendo presumibilmente passate diversità nelle strutture finanziarie nazionali. Inoltre, episodi particolari   di instabilità strutturale sono presenti a livello nazionale.

I risultati indicano che una equazione di domanda di moneta aggregata a livello dell’area è uno strumento di analisi appropriato per la politica monetaria dell’Eurosistema. Le informazioni nazionali – sono peraltro utili, soprattutto per interpretare l’effetto di “fattori speciali”, di natura istituzionale, sulla domanda di moneta.