N. 384 - Will a Common European Monetary Policy Have Asymmetric Effects?

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di L. Guiso, A. K. Kashyap, F. Panetta e D. Terlizzeseottobre 2000

Il lavoro analizza le modalità con cui, nell’area della moneta unica, gli impulsi monetari si trasmettono all’economia reale. In particolare, il lavoro effettua una prima analisi delle eventuali differenze che il meccanismo di trasmissione presenta tra i singoli paesi, con l’intento di individuare quanta parte di tali differenze sia riconducibile a “effetti di composizione” (ovvero al diverso peso relativo di ciascuna categoria di agenti nei singoli paesi) piuttosto che a difformità nei comportamenti degli operatori economici o a peculiarità dell’assetto istituzionale.

Il lavoro dapprima passa in rassegna la letteratura empirica sul meccanismo di trasmissione nei paesi dell’area, sintetizzandone le principali conclusioni ed evidenziandone alcuni limiti.

Il lavoro esamina poi le principali teorie sul meccanismo di trasmissione con lo scopo di enucleare i fattori che, in linea di principio, sono alla base della efficacia della politica monetaria: il funzionamento dei mercati dei beni, dei servizi e del lavoro; l’incidenza sull’economia nazionale dei settori produttivi con elevata reattività al tasso di interesse; le modalità di finanziamento delle imprese; l’importanza relativa dei mercati mobiliari e del sistema bancario (in particolare la natura dei rapporti banca-impresa, ovvero la vicinanza tra le aziende e le banche finanziatrici); il grado e la diffusione dell’indebitamento delle famiglie; l’efficienza dei meccanismi a tutela del rispetto dei contratti; il grado di apertura commerciale. Si mostra che i vari paesi dell’area presentano, per queste caratteristiche, rilevanti differenze. Ciò suggerisce differenze altrettanto rilevanti nell’impatto della politica monetaria, sia per l’economia nel suo complesso sia, soprattutto, per i diversi gruppi di agenti in ciascun paese.

Infine, il lavoro esamina la performance di diversi gruppi di imprese italiane – in termini di redditività e di investimento – nel periodo a cavallo della crisi valutaria e della stretta monetaria del 1992, con l’obiettivo di effettuare una analisi preliminare della rilevanza di alcune delle caratteristiche individuate in precedenza come determinanti della efficacia della politica monetaria. L’analisi pone in luce i maggiori costi sopportati, in quella fase, dalle imprese di minori dimensioni e da quelle con una più ridotta incidenza delle vendite all’estero sul fatturato complessivo. Minore importanza sembrano rivestire altri fattori potenzialmente rilevanti (per esempio, il grado di dipendenza dal credito bancario).

Pubblicato nel 1999 in: Economic Perspectives, v. 23, 4, pp. 56-75

Testo della pubblicazione