N. 367 - An Investment-Function-Based Measure of Capacity Utilisation.Potential Output and Utilised Capacity in the Bank of Italy's Quarterly Model

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di G. Parigi e S. Sivierofebbraio 2000

Negli ultimi anni si è andato sempre più diffondendo il ricorso a indicatori sintetici del divario tra il livello effettivo di attività e la massima capacità produttiva possibile (ovvero economicamente conveniente) per rispondere a diverse finalità conoscitive: valutare i rischi di accelerazione dei prezzi derivanti da scostamenti tra la domanda e l’offerta aggregate nel breve periodo; quantificare, in un’ottica di più lungo periodo, quale possa essere il ritmo sostenibile di sviluppo; depurare il saldo di bilancio del settore pubblico della componente associata a oscillazioni cicliche intorno al sentiero di crescita di equilibrio.

L’approccio proposto in questo lavoro per costruire una misura dello scostamento tra output potenziale ed effettivo sfrutta le caratteristiche dell’equazione che descrive le scelte di investimento nell’ambito del modello econometrico trimestrale della Banca d’Italia: poiché la funzione di investimento esprime il tradursi dell’incremento desiderato di capacità produttiva in accumulazione di capitale, eliminando gli effetti del prezzo relativo dei fattori della produzione sulle scelte di investimento è possibile costruire un indicatore della capacità produttiva coerente con lo stock di capitale disponibile e, più in generale, con i comportamenti delle imprese come descritti nell’ambito del modello trimestrale.

I risultati, riferiti al periodo 1970-1997, tracciano un quadro ciclico non dissimile da quello ottenibile con approcci di comune impiego, quali ad esempio il filtro di Hodrick e Prescott o l’interpolazione dei picchi di utilizzo della capacità produttiva (metodo Wharton). L’indicatore proposto risulta correlato, in misura relativamente elevata, sia con il tasso sia con la variazione dell’inflazione (in termini di deflatore dei consumi e di deflatore del valore aggiunto del settore privato); le sue proprietà, in particolare per quel che riguarda l’adeguamento della capacità produttiva a un incremento permanente nel livello della domanda, appaiono nel complesso plausibili.

Il lavoro presenta inoltre un confronto tra alcuni indicatori della capacità produttiva utilizzata e dell’output gap disponibili per l’economia italiana, sviluppati da diverse istituzioni italiane (ISAE) e internazionali (FMI, OCSE, CE). Benché le modalità di costruzione delle diverse misure poste a confronto siano molto differenti tra loro, e diverso sia l’aggregato di riferimento, il quadro ciclico tratteggiato dai vari indicatori è in generale assai simile, con l’unica eccezione della misura pubblicata dall’ISAE, basata sui risultati di indagini campionarie condotte presso le sole imprese manifatturiere.

Pubblicato nel 2001 in: Economic Modelling, v. 18, 4, pp. 525-550

Testo della pubblicazione