N. 363 - The Transmission of Monetary Policy Shocks in Italy, 1967-1997

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di Eugenio Gaiottidicembre 1999

Il lavoro contribuisce alla letteratura empirica sugli effetti degli shock monetari, applicando la tecnica delle autoregressioni vettoriali (VAR) allo studio del caso italiano. Nella letteratura americana, questo approccio è utilizzato soprattutto per identificare i “fatti stilizzati” che si verificano dopo una restrizione monetaria, al fine di ricavare indicazioni sia sul meccanismo di trasmissione sottostante, sia su eventuali cambiamenti negli effetti della politica monetaria in periodi diversi.

Per l’Italia, le analisi di questo tipo si sono finora concentrate solo sugli anni più recenti, mentre il periodo analizzato dal presente lavoro va dal 1967 al 1997. L’utilizzo di un campione di stima che copre un lungo arco di tempo ha il vantaggio di permettere un confronto con i risultati ottenuti per altri paesi e di verificare la robustezza delle conclusioni a cambiamenti istituzionali.

Due sotto-periodi vengono identificati, mediante l’applicazione di criteri statistici: quello precedente e quello successivo al 1980. I risultati indicano che dal punto di vista qualitativo le risposte a uno shock di politica monetaria sono simili in entrambi i periodi: dopo una restrizione il prodotto diminuisce in misura significativa, in modo coerente con quanto indicato dai moltiplicatori del modello trimestrale della Banca d’Italia; tuttavia, la riduzione dei prezzi rispetto al profilo di riferimento è significativa, ampia e relativamente rapida, avendo luogo con un ritardo di 12-18 mesi (mentre il modello trimestrale, nella versione principale, in cui il cambio è mantenuto esogeno, prevede effetti della politica monetaria sui prezzi molto ridotti e estremamente lenti). La differenza dipende in parte dagli effetti mediante il canale del tasso di cambio, che si apprezza rapidamente dopo uno shock monetario; le sue variazioni si trasmettono con ritardi contenuti ai prezzi all’importazione e successivamente ai prezzi al consumo. Il ruolo importante del cambio suggerisce peraltro che il meccanismo di trasmissione potrebbe essersi modificato con l’ingresso dell’Italia nell’area dell’euro; è quindi necessario usare cautela nell’estendere i risultati ottenuti al contesto attuale. Il salario reale aumenta dopo una restrizione; questo risultato contrasta con quelli ottenuti per gli Stati Uniti e indica una maggiore vischiosità dei salari nominali.

Il periodo precedente il 1980, rispetto al successivo, è caratterizzato da più ampie risposte dei prezzi e da un più forte aumento dei salari reali dopo uno shock monetario; questi risultati riflettono verosimilmente il diverso andamento del cambio e l’inerzia nei salari nominali introdotta dalle caratteristiche del meccanismo di indicizzazione. Le stime indicano anche che i fattori di costo (salari, prezzi delle importazioni, tasso di cambio) sono determinanti importanti dell’inflazione italiana; tuttavia, il loro ruolo nella propagazione dell’inflazione è diminuito dopo il 1980.

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