N. 352 - Errori e omissioni nella bilancia dei pagamenti, esportazioni di capitali e apertura finanziaria dell’Italia

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di Marco Committerigiugno 1999

La misurazione statistica della posizione patrimoniale dell’Italia presenta ampi margini di incertezza, essenzialmente dovuti alla presenza di errori e omissioni nella bilancia dei pagamenti; questi ultimi sono divenuti assai ingenti all’inizio degli anni novanta, ossia dal completamento della liberalizzazione valutaria in Italia.

La tesi centrale del presente lavoro è che larga parte di queste discrepanze sia stata determinata dalla mancata dichiarazione di proventi da esportazioni regolate su conti esteri, importi che invece figurano nelle statistiche del commercio con l’estero dell’Italia. Se questo è vero, si può stimare che nel periodo 1990-1997 siano in media sfuggiti al sistema di rilevazione deflussi netti di capitali italiani per un importo pari a circa un punto percentuale del PIL ogni anno. I deflussi in questione avrebbero generato uno stock addizionale di attività sull’estero pari al 7,3 per cento del PIL alla fine del 1997. Tenendo conto di questi aggiustamenti, la posizione netta sull’estero “globale” dell’Italia sarebbe risultata creditoria sin dal 1995, e pari al 6,5 per cento del PIL alla fine del 1997.

La stima dei capitali che sfuggono alla rilevazione statistica ufficiale non muta in modo sostanziale le misure del grado di apertura finanziaria dell’Italia, anche tenendo conto della loro incerta allocazione tra maggiori attività e minori passività finanziarie sull’estero. Qualora tutti i fondi si fossero sostanziati nell’acquisizione di “genuine” attività estere, l’apertura “in uscita” dell’Italia sarebbe ovviamente risultata più alta, ma tuttavia ancora inferiore a quella dei maggiori partner industriali; qualora una parte di questi fondi si fosse risolta nell’acquisizione di titoli italiani, l’apertura “in entrata” sarebbe risultata più bassa, ma ancora in linea con quella degli altri paesi presi a riferimento.

L’analisi conferma i problemi che la globalizzazione finanziaria sta ponendo alle bilance dei pagamenti nazionali, non solo quella dell’Italia. In particolare, la globalizzazione sembra aver ridotto l’efficacia per unità di costo dei sistemi di rilevazione dei dati della bilancia dei pagamenti e della posizione finanziaria sull’estero, indebolendo il grado di copertura dei sistemi statistici nazionali e innalzando i costi di raccolta delle relative informazioni. Al fine di un recupero di efficienza nella raccolta dei dati, diviene chiara l’importanza della cooperazione internazionale in materia di scambio di informazioni; essa potrebbe sostanziarsi nello scambio di dati tra le autorità statistiche di due stati sovrani, ovvero tra quelle di più stati e un organismo sovranazionale che abbia compiti di coordinamento. Queste considerazioni si rafforzano con riferimento ai paesi dell’area dell’euro, le cui bilance dei pagamenti nazionali sono irrilevanti per l’analisi del valore esterno della valuta comune, ma rimangono essenziali per la costruzione della bilancia dell’area.