Nel presente lavoro, dopo un breve esame della diffusione della proprietà di impresa tra le famiglie, si fornisce una valutazione del ruolo assunto dai trasferimenti intergenerazionali come canale di acquisizione della proprietà di impresa. I risultati sembrano indicare che il peso dei trasferimenti intergenerazionali sul totale delle imprese in mano alle famiglie è complessivamente modesto (circa il 14 per cento, in valore), assai meno rilevante di quanto si riscontra per la proprietà di immobili (circa il 27 per cento). Il trasferimento intergenerazionale di impresa risulta più frequente nelle attività più propriamente imprenditoriali, dove il proprietario-controllante possiede un patrimonio di conoscenze che in tal modo tenta di trasferire ai propri discendenti. Circa le conseguenze dei trasferimenti integenerazionali sull'efficienza del sistema produttivo, si rileva che la maggioranza degli imprenditori, nel decidere se trasferire ai discendenti l'impresa o l'equivalente monetario, dichiarano di tenere conto delle capacità dei potenziali riceventi. A posteriori, una prima e approssimativa analisi della redditività delle imprese ereditate sembra indicare che essa non è significativamente diversa da quella delle altre imprese.
Il lavoro fa parte del progetto di ricerca sul mercato della proprietà e del controllo delle imprese promosso dalla Banca d'Italia. I risultati della prima fase della ricerca sono stati raccolti nel numero speciale dei "Contributi all'analisi economica" del 1994; quelli della seconda fase sono stati discussi nel corso di un convegno svoltosi a Roma nei giorni 24-25 marzo 1994. I rapporti conclusivi presentati in quella occasione sono pubblicati dalla casa editrice II Mulino.