N. 210 - Sulla crescita delle piccole imprese nell'industria manifatturiera italiana

di Luigi Federico Signorini
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Tra le arretratezze o gli squilibri usualmente attribuiti al sistema industriale italiano vi è la presunta esistenza di ostacoli alla crescita delle piccole e medie imprese. È certamente ragionevole avere come obiettivo la crescita aggregata dell'economia, ma ha un senso preoccuparsi della crescita delle singole imprese, in particolare delle imprese minori? E se sì, ci sono indizi che in Italia le piccole imprese incontrino particolari ostacoli alla crescita? Il lavoro: a) rende esplicite alcune premesse concettuali che potrebbero giustificare questa preoccupazione dal punto di vista teorico; b) discute, sulla base della nota "legge di Gibrat", uno schema di riferimento che consenta di mettere in relazione i patterns di crescita osservati con le teorie rilevanti; c) compie infine una verifica della legge di Gibrat utilizzando i dati della Centrale dei bilanci relativi alle imprese manifatturiere.

Il comportamento delle imprese manifatturiere italiane contraddice la legge di Gibrat. Le piccole imprese tendono ad avere tassi di sviluppo più alti della media; né ci sono indizi evidenti di vincoli alla crescita che operino selettivamente su di esse. Per vari motivi, la questione non può considerarsi chiusa; tuttavia, questa prima ricognizione empirica suggerisce quanto meno che l'esistenza di tali vincoli non dovrebbe essere semplicemente data per scontata, come talvolta avviene.