L'eccesso di offerta di lavoro è un tratto permanente della condizione del Mezzogiorno. Negli anni '50 e '60 esso ha trovato soluzione in ampi deflussi di popolazione, mentre la riallocazione della forza lavoro determinata dalla profonda trasformazione dell'economia meridionale non ha avuto esiti significativi in termini di occupazione aggiuntiva. Negli anni '70, dopo l'arresto delle emigrazioni, il tasso di disoccupazione è stato spinto verso massimi storici dalla crescita ancora sostenuta della popolazione in età lavorativa.
Questo studio riesamina gli aspetti essenziali del complesso problema concentrandosi su due temi particolari. Il primo riguarda le caratteristiche della domanda di lavoro in un periodo di rapido sviluppo economico, fino all'inizio degli anni '70, e, di contro, nel successivo decennio di sviluppo contenuto. Il secondo tema attiene agli effetti esercitati sulla domanda di lavoro dell'industria dai diversi regimi di incentivi pubblici.
La disponibilità di previsioni sulla dinamica della popolazione del Mezzogiorno ad orizzonti quinquennali consente infine di stimare che in prospettiva l'eccesso di offerta di lavoro resterà ancora grave per almeno un decennio, mentre nel Centro-Nord inizierà a manifestarsi un eccesso di domanda, conseguente al declino della popolazione.
Una prima versione di questo lavoro è stata presentata al convegno in onore di Ezio Vanoni "Gli squilibri territoriali e le politiche regionali", Bormio, 5-7 giugno 1986.