N. 66 - Venti anni di margini bancari

di Marco Onado
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Lo studio esamina la dinamica dei profitti bancari nel periodo 1965-1984, con particolare riferimento all'ultimo decennio, caratterizzato da due ampi cicli dei tassi d'interesse. Il trend risulta complessivamente crescente per quanto riguarda i tre principali indicatori: margine d'interesse, margine di intermediazione e risultato di gestione.

Il periodo degli alti tassi di inflazione (e di interesse) ha cioè giovato alla redditività nominale del sistema bancario. Il 1974 si rivela come un salto di intercetta nel trend del margine di interesse e come punto di partenza per l'aumento dell'utile da negoziazione titoli. Nella fase di discesa dei tassi (1982-84) i margini (anche di interesse) sono rimasti pressoché invariati a causa della vischiosità dei tassi bancari e del continuo incremento del rendimento medio del portafoglio titoli. Il profilo fino ad allora nettamente anticiclico dei profitti bancari si è quindi modificato.

Varie misure della redditività reale e dell'aumento (sempre in termini reali) del patrimonio confermano che il periodo esaminato e in particolare l'ultimo decennio sono risultati estremamente favorevoli. Gli elementi negativi del quadro si ricollegano a rigidità accumulate dalle banche in termini di scarsa capacità di ridurre l'incidenza dei costi operativi sull'attività di intermediazione svolta e in termini di aumento dell'attività non fruttifera (immobilizzazioni reali e finanziarie).

Questi aspetti possono in prospettiva nuocere alla redditività, in uno scenario di decisa caduta dei tassi di interesse, di maggiore concorrenza e di forti esigenze di investimenti in automazione. L'approfondimento di questa ipotesi può venire da una analisi cross-section che esamini le determinanti delle performances aziendali e che costituisce la naturale prosecuzione di questo lavoro.

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