N. 3 - Tassazione delle attività finanziarie e mercati creditizi in Italia

In questo lavoro si esaminano gli effetti, sui mercati creditizi, del sistema di tassazione delle attività finanziarie "a reddito fisso" adottato nel nostro Paese. Si dimostra che questo sistema, caratterizzato dalla differenziazione di trattamento tributario in base alla natura giuridica del percettore (persona fisica ovvero persona giuridica) degli interessi, produce effetti rilevanti sul mercato del credito. In particolare si rileva che, in condizioni concorrenziali, l'esistenza di una struttura di equilibrio dei rendimenti e resa impossibile dalla presenza della pluralità di aliquote della cedolare "secca" sugli interessi percepiti dalle persone fisiche; inoltre, nel caso in cui queste aliquote fossero unificate, l'equilibrio sarebbe possibile solo se le condizioni di mercato consentissero la capitalizzazione del differenziale tributario (sugli interessi da attività tassate ed esenti) per le persone fisiche e la simultanea incidenza del prelievo fiscale (effettuato attraverso le imposte sul reddito di impresa) sui "frutti" conseguiti dalle persone giuridiche. Si può, infine, osservare che la struttura dei tassi di interesse ha effettivamente risentito negli anni recenti dell'evoluzione dei conti economici delle aziende di credito, che rappresentano i principali investitori nei mercati creditizi, i cui calcoli di convenienza sono appunto influenzati da gli effetti della struttura del conto economico sul loro debito complessivo di imposta.

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