Si accentuano i rischi globali - Lo scenario internazionale sta diventando più incerto. Il rallentamento della Cina e delle altre economie emergenti si ripercuote sulle prospettive di crescita globali; possono derivarne tensioni sui mercati finanziari, delle materie prime e dei tassi di cambio.
Nell’area dell’euro si attenuano le tensioni - Nell’area dell’euro si è attenuata l’incertezza derivante dalla situazione in Grecia; la ripresa dell’attività produttiva e gli interventi straordinari di politica monetaria concorrono a limitare i rischi. L’inflazione resta però particolarmente bassa, ed è più difficile il riassorbimento dei debiti pubblici e privati.
In Italia la ripresa economica contribuisce alla stabilità - In Italia il rafforzamento dell’economia riduce i rischi per la stabilità finanziaria. Sono in progressivo miglioramento le condizioni di offerta dei prestiti bancari, che dovrebbero tornare a crescere nel 2016. Il credito al settore privato in rapporto al PIL è ben inferiore ai valori medi di lungo periodo. Restano complessivamente favorevoli gli indicatori di sostenibilità delle finanze pubbliche.
Si è interrotta la flessione dei prezzi degli immobili - Lo stock di abitazioni invendute è ancora elevato, ma le condizioni del settore immobiliare sono in graduale consolidamento. Si è arrestato il calo dei prezzi degli immobili. Gli indicatori prospettici prefigurano la prosecuzione del miglioramento nei prossimi mesi.
Diminuiscono i rischi per le famiglie… - L’aumento del reddito disponibile e i bassi tassi di interesse rafforzano le condi-zioni finanziarie, già solide, delle famiglie. Si riduce la vulnerabilità anche delle fasce più deboli e l’indebitamento rimane basso, pur in presenza di una forte ripresa dei mutui immobiliari.
…e si riduce il numero di aziende vulnerabili - Il miglioramento delle condizioni finanziarie delle imprese si sta estendendo anche a quelle più fragili; crescono lievemente i margini di profitto. In uno scenario macroeconomico di ripresa dell’attività coerente con le nostre proiezioni più recenti, la quota di imprese finanziariamente vulnerabili si ridurrà in misura significativa nel 2016. Rischi possono derivare da un’evoluzione sfavorevole delle condizioni macroeconomiche o da un repentino rialzo dei tassi di interesse.
Le condizioni di liquidità dei mercati italiani sono tornate distese - Dopo le tensioni osservate in estate a seguito delle vicende relative al debito sovrano della Grecia e del calo dei corsi azionari in Cina, le condizioni di liquidità dei mercati finanziari italiani sono tornate distese. L’elevata volatilità dei mesi scorsi potrebbe tuttavia riflettere anche cambiamenti strutturali in atto sui mercati internazionali. È avvenuta con successo, alla fine di agosto, la migrazione della piazza finanziaria italiana alla nuova piattaforma di regolamento dei titoli TARGET2-Securities, che faciliterà gli scambi tra operatori di diversi paesi europei e consentirà una più efficiente allocazione dei capitali.
Gli acquisti dell’Eurosistema non hanno alterato l’ordinato funzionamento del mercato dei titoli di Stato italiani - Prosegue il programma di acquisto di titoli di Stato dell’Eurosistema, dal quale non sono derivate distorsioni del meccanismo di formazione dei prezzi sul mercato dei titoli italiani. A ciò hanno contribuito le modalità di conduzione degli interventi – distribuiti nel tempo e lungo tutta la curva delle scadenze – e il programma di prestito titoli avviato in maggio dalla Banca d’Italia.
Le condizioni delle banche italiane migliorano… - Il graduale miglioramento dell’economia si riflette sui bilanci delle banche italiane. Il deterioramento della qualità del credito, rallentato nei mesi estivi, dovrebbe continuare ad attenuarsi nel 2016. Pur ancora debole, la redditività appare in crescita, mentre prosegue il rafforzamento del patrimonio, anche grazie agli aumenti di capitale realizzati nella prima metà dell’anno. Il rapporto tra il capitale di migliore qualità e le attività ponderate per i rischi (CET1 ratio) dei primi cinque gruppi è salito in giugno all’11,8 per cento, un livello prossimo a quello delle altre grandi banche europee.
…e si riduce l’esposizione al rischio di tasso - Per i maggiori gruppi bancari l’esposizione al rischio di tasso rimane limitata e si è ulteriormente ridotta nella prima metà dell’anno. I rischi di mercato, aumentati durante i mesi estivi, sono tornati su livelli contenuti. Le condizioni di raccolta restano favorevoli.
Deve ancora svilupparsi il mercato dei crediti deteriorati - Al rallentamento del flusso di partite deteriorate non corrisponde ancora una riduzione del loro elevato livello, ereditato dalla lunga recessione. Ciò rispecchia anche le difficoltà nell’avviare un robusto mercato secondario di queste attività; le transazioni finora osservate sono limitate ai grandi gruppi. Le recenti riforme in materia di procedure di recupero dei crediti e di deducibilità delle svalutazioni e delle perdite su crediti potrebbero accelerare la chiusura delle posizioni in contenzioso.
In Italia le assicurazioni sono in grado di fronteggiare i bassi rendimenti - Le prospettive di un periodo prolungato di bassi rendimenti sottopongono a tensioni il settore assicurativo in Europa. In Italia gli esercizi condotti dall’Ivass indicano che le compagnie di assicurazione sono complessivamente in grado di fronteggiare uno scenario di bassi tassi di interesse per un periodo prolungato, grazie all’allineamento della durata finanziaria dell’attivo con quella del passivo. La situazione patrimoniale delle compagnie italiane si è rafforzata, beneficiando anche della buona redditività.
Nel risparmio gestito non emergono rischi significativi - Nel settore del risparmio gestito, in rapida espansione, i rischi per la stabilità finanziaria sono limitati, in ragione delle strategie di investimento prudenti dei fondi armonizzati operanti in Italia. I fondi alternativi, che investono in attività più rischiose e possono fare ricorso alla leva finanziaria, amministrano una quota limitata del patrimonio complessivo e sono soggetti a controlli di vigilanza. Permangono vulnerabilità nel settore dei fondi immobiliari, connesse con le forti svalutazioni dell’attivo e con la bassa redditività della gestione; l’esposizione diretta delle banche e degli altri intermediari verso questi fondi è contenuta.