In continuità con le precedenti edizioni, questo Rapporto risponde a due degli impegni presi dalla Banca nel 2021 con la pubblicazione della Carta degli investimenti sostenibili: fornire con regolarità informazioni sui risultati raggiunti e sulle metodologie applicate per integrare i criteri ambientali, sociali e di governo societario nella gestione degli investimenti; contribuire alla diffusione della cultura della finanza sostenibile nel sistema finanziario e tra i cittadini.
Con il Rapporto l'Istituto dà inoltre attuazione all'impegno assunto insieme alle banche centrali dell'Eurosistema per l'applicazione di principi di investimento sostenibili e responsabili ai portafogli non di politica monetaria, nonché per la diffusione periodica di informazioni relative ai rischi climatici per tali investimenti.
Le scelte e le metodologie illustrate nel Rapporto si basano sull'attuale stato del dibattito, dei dati disponibili e della normativa. Sono pertanto sottoposte a un continuo vaglio critico e potranno evolvere in funzione dei progressi in materia.
I meccanismi di governo
Nel 2023 l'assetto di governo adottato dall'Istituto per le scelte di investimento è rimasto invariato. Il Rapporto descrive: (a) le fasi del processo di investimento in cui avviene l'integrazione dei profili di sostenibilità e dei rischi climatici; (b) le strutture incaricate delle proposte e gli organi che presidiano la loro approvazione; (c) le modalità con cui le informazioni sui profili di sostenibilità e sui rischi climatici sono trasmesse ai vertici della Banca; (d) il ruolo svolto dal Comitato Cambiamenti climatici e sostenibilità, che coordina e indirizza i lavori dell'Istituto su tutte le tematiche ESG.
La strategia
Nel 2023 la Banca ha proseguito le strategie di investimento sostenibile avviate negli anni precedenti e rafforzate dall'adozione del Piano strategico 2023-2025.
Agli investimenti la Banca ha affiancato da un lato il confronto con imprese, gestori finanziari e fornitori di dati, dall'altro l'attività di ricerca e di partecipazione al dibattito nazionale e internazionale, in particolare all'interno dell'Eurosistema e del Network for Greening the Financial System (NGFS).
La strategia di investimento mira in primo luogo a integrare l'analisi dei rischi dovuti a fattori economico-finanziari con quella dei rischi che possono scaturire dal cambiamento climatico, da un'insufficiente capacità di gestire altri aspetti ambientali e sociali o da carenze nel governo societario; inoltre è volta a promuovere la riconversione delle attività delle imprese in portafoglio, favorendo in questo modo una transizione ordinata verso un'economia a basse emissioni. Per facilitare tale transizione, nel corso del 2023 è stato ampliato il portafoglio tematico costituito nel 2022 - incentrato su imprese dell'area dell'euro impegnate in attività strumentali per la transizione verso un'economia a basse emissioni - ed è continuato il dialogo con le aziende responsabili di gran parte delle emissioni di gas serra riferibili al portafoglio azionario. Per quanto riguarda i titoli emessi da Stati, organismi sovranazionali e agenzie di emanazione pubblica, sono proseguiti gli acquisti di obbligazioni verdi.
La gestione dei rischi
La gestione mira a contemperare gli obiettivi di sostenibilità con quelli tradizionali (rendimento, basso rischio, liquidità). Per i portafogli di azioni e obbligazioni societarie, la Banca d'Italia favorisce, all'interno di ciascun settore, le imprese con le migliori prassi ESG e quelle più impegnate nella transizione climatica (strategia best-in-class). Per mitigare il rischio di transizione del portafoglio e per non penalizzare le aziende dei settori responsabili di rilevanti emissioni di gas serra più attive nella decarbonizzazione dei propri processi, l'Istituto pone specifica attenzione agli indicatori prospettici e non solo al livello delle emissioni degli anni precedenti. Per i titoli di Stato - la cui gestione è soggetta a maggiori vincoli istituzionali e il cui legame con gli indicatori di sostenibilità è indiretto - il graduale ampliamento della quota di obbligazioni verdi nel portafoglio finanziario e nelle riserve valutarie consente di migliorare il profilo di sostenibilità degli investimenti senza significativi effetti negativi in termini di rischio e rendimento.
Gli indicatori e gli obiettivi
Gli indicatori climatici storici dei portafogli mostrano un ulteriore miglioramento rispetto all'anno precedente per le azioni e le obbligazioni societarie (in particolare ad es. l'intensità carbonica media ponderata delle azioni e delle obbligazioni del portafoglio finanziario in euro è diminuita rispettivamente del 4 e dell'11 per cento tra il 2022 e il 2023). Tale risultato è stato determinato in parte dal percorso di decarbonizzazione intrapreso dalle imprese in portafoglio, ma anche dall'inflazione che, agendo sulle sole grandezze economiche nominali, genera meccanicamente una riduzione degli indicatori a cui non corrisponde un effettivo calo delle emissioni. Sono in corso approfondimenti per il calcolo di indicatori in grado di correggere questa distorsione.
Relativamente alle altre dimensioni della sostenibilità, i portafogli azionari e di obbligazioni societarie mostrano punteggi ESG aggregati più elevati rispetto agli indici di riferimento.
Riguardo agli obiettivi, la Banca è impegnata a rivedere periodicamente la strategia di investimento per assicurare contribuisca, nel rispetto del mandato istituzionale, al perseguimento sia degli obiettivi dell'Accordo di Parigi sia di quelli di neutralità climatica entro il 2050 stabiliti dall'Unione europea. L'effettivo conseguimento di questi obiettivi è tuttavia condizionato da numerosi fattori: il rispetto degli impegni di neutralità climatica dichiarati dalle imprese e dagli Stati nei cui titoli l'Istituto investe; le scelte degli altri partecipanti ai mercati finanziari; l'affinamento delle metodologie per la stima dei rischi climatici; i progressi della ricerca sul tema della relazione tra scelte di investimento degli operatori finanziari e strategie climatiche delle imprese non finanziarie. Alla luce di tali considerazioni, la Banca ritiene preferibile non esplicitare obiettivi climatici di breve e medio periodo per i propri portafogli, pur rimanendo convintamente impegnata a fare quanto in suo potere per il conseguimento di quelli dell'Accordo di Parigi e a rispettare pienamente la legislazione europea in materia di clima e ambiente.