N. 5 - L'economia del VenetoRapporto annuale

Nel 2023 l'attività economica regionale si è progressivamente indebolita risentendo del rallentamento del commercio mondiale, degli alti tassi d'interesse e dell'erosione del potere d'acquisto delle famiglie. Nonostante la resilienza mostrata dal sistema produttivo e finanziario e il recupero della domanda turistica, rimane elevata l'incertezza associata alle prospettive economiche e alle tensioni geopolitiche.

Il quadro macroeconomico

Nel 2023, secondo l'indicatore trimestrale dell'economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d'Italia, il prodotto regionale sarebbe cresciuto in termini reali dell'1,1 per cento, sostanzialmente in linea col dato nazionale (0,9), ma in forte rallentamento rispetto all'anno precedente (4,9 per cento).

Ven-ICE, l'indicatore elaborato dalla Banca d'Italia per misurare la dinamica di fondo dell'economia veneta, segnalava una diminuzione dell'attività economica nella seconda metà dell'anno; nei primi tre mesi del 2024 l'indicatore è tornato positivo.

Le imprese

Nel 2023 la produzione manifatturiera regionale, dopo un biennio di recupero post-pandemico, si è progressivamente indebolita, risentendo del calo degli ordini esteri e interni, ed è diminuita del 2,0 per cento rispetto alla media dell'anno precedente. L'attività produttiva è cresciuta nella meccanica, ha ristagnato negli alimentari e bevande, si è ridotta negli altri principali settori e in particolare nel sistema della moda. Anche il fatturato a prezzi costanti delle imprese industriali regionali si è ridotto. I prezzi praticati dalle imprese, dopo un biennio di forte crescita determinata soprattutto dai rincari dell'energia e di altre materie prime e semilavorati, hanno decisamente rallentato. In un contesto di elevata incertezza congiunturale e geopolitica e di tassi d'interesse sui prestiti in aumento, gli investimenti industriali si sono ridotti, anche se meno rispetto a quanto programmato dalle imprese all'inizio del 2023. Nella media dell'anno le esportazioni di beni in volume sono diminuite in misura più intensa della domanda estera potenziale rivolta alle imprese venete, a causa di un calo più forte di quello della domanda nei mercati esterni all'Unione monetaria. Nel primo trimestre dell'anno in corso la produzione manifatturiera ha continuato a ridursi in termini tendenziali, anche se a un ritmo più moderato che nei periodi precedenti.

Nel 2023 l'attività del settore edile è cresciuta, continuando a beneficiare degli incentivi fiscali per la riqualificazione del patrimonio abitativo. Il comparto delle opere pubbliche ha tratto vantaggio dal progredire della spesa per l'attuazione degli interventi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Si è completato il recupero delle presenze turistiche nelle strutture ricettive, grazie al contributo positivo dei viaggiatori stranieri; i pernottamenti di turisti italiani, seppure in ripresa, sono invece risultati ancora leggermente inferiori rispetto al 2019.

Nonostante il rallentamento dell'economia e l'accresciuto costo del debito, nel 2023 i risultati economici delle aziende venete si sono mantenuti positivi. L'incremento dell'onerosità del debito bancario è stato comunque marcato, in ragione della restrizione monetaria e dell'elevata quota della componente a tasso variabile. Le imprese hanno tuttavia fronteggiato l'aumento del costo del credito con una struttura finanziaria più solida rispetto al passato, grazie al minore livello di indebitamento, alla maggiore redditività e all'elevata disponibilità di riserve liquide.

I prestiti alle imprese sono sensibilmente calati, risentendo dell'aumento dei tassi, del minore fabbisogno di finanziamento legato alla debolezza dell'attività economica e di condizioni di accesso al credito ancora selettive.

L'evoluzione demografica

Nell'ultimo decennio la riduzione della popolazione in Veneto si è associata a un progressivo invecchiamento, determinando effetti rilevanti nel mercato del lavoro e sulla crescita economica. Se in altre regioni europee a vocazione manifatturiera questo impatto è stato più che compensato dal forte aumento della produttività, in Veneto e in Italia il calo demografico si è invece associato alla diminuzione della produttività, contribuendo alla bassa crescita del PIL pro capite registrata negli ultimi venti anni. Per i territori come il Veneto, interessati da una riduzione della popolazione, è importante sia mantenere, attrarre e formare capitale umano specializzato sia conseguire una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro. Per quanto riguarda il primo aspetto il Veneto presenta un saldo positivo tra entrate e uscite di laureati da e verso altre regioni italiane ma un saldo negativo nel rapporto con l'estero al pari del resto del Paese. Con riferimento al secondo aspetto, il tasso di attività femminile sta crescendo in regione, ma rimane ancora nettamente inferiore a quello maschile.

Il mercato del lavoro e le famiglie

La crescita dell'occupazione è proseguita nel 2023. Tutti i settori, con la sola esclusione di quello agricolo, hanno beneficiato dell'aumento, che ha interessato in maniera più marcata la compagine femminile. Il saldo tra attivazioni e cessazioni di posizioni lavorative nel settore privato non agricolo è risultato positivo e stabile rispetto all'anno precedente.

L'inflazione, pur rimanendo elevata nel confronto storico, è gradualmente calata nel corso del 2023 e nei primi mesi del 2024. Secondo gli indicatori regionali elaborati dalla Banca d'Italia, nel 2023 in termini reali i redditi delle famiglie venete sarebbero lievemente calati e i consumi di poco aumentati; le variazioni appaiono sostanzialmente in linea con quelle del Paese e del Nord Est.

La crescita del costo dell'indebitamento si è riflessa in una lieve riduzione dei prestiti alle famiglie consumatrici. Le nuove erogazioni di mutui sono fortemente diminuite, mentre quelle relative al credito al consumo sono aumentate rispetto all'anno precedente. Il tasso di interesse medio sui prestiti in essere per l'acquisto di abitazioni ha continuato a crescere anche nel 2023. In un contesto di rialzo dei tassi di interesse, dal 2022 le famiglie venete hanno rivisto le preferenze di impiego del proprio risparmio a favore di strumenti più remunerativi.

Il mercato del credito

Il volume dei prestiti bancari al settore privato non finanziario ha registrato un calo, riguardante in misura più accentuata quelli erogati alle imprese. La qualità del credito bancario si è mantenuta nel complesso soddisfacente; se da un lato il tasso di deterioramento dei prestiti alle imprese è moderatamente cresciuto, dall'altro è rimasto sostanzialmente invariato quello relativo ai crediti alle famiglie.

La finanza pubblica decentrata

Gli enti territoriali veneti hanno mantenuto nel complesso una buona condizione finanziaria. È aumentata la spesa e in particolare quella in conto capitale; su questa hanno inciso gli investimenti in opere pubbliche, principalmente operati dai Comuni, in connessione con l'attuazione del PNRR. È aumentata anche la spesa sanitaria, sulla quale ha influito la crescita della spesa per il personale. Nonostante il rafforzamento dell'organico avvenuto nella sanità veneta nel corso degli ultimi anni, si profilano tuttavia delle criticità legate all'uscita per pensionamento di un numero consistente di figure professionali e al maggiore fabbisogno di personale necessario per garantire l'operatività delle strutture previste dal PNRR.

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