N. 33 - L'economia delle MarcheAggiornamento congiunturale

L'indebolimento della fase ciclica registrato negli ultimi mesi del 2022 è proseguito nella prima parte dell'anno in corso. In base all'indicatore trimestrale dell'economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d'Italia, nella media del primo semestre del 2023 il prodotto regionale sarebbe cresciuto dell'1,0 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022, meno che in Italia (1,2 per cento; fig. 1.1). L'acuirsi delle tensioni geopolitiche conseguente ai recenti attacchi terroristici in Medio Oriente ha determinato un brusco incremento dell'incertezza, che potrebbe avere ripercussioni sull'evoluzione del quadro congiunturale.

Nell'industria l'attività si è affievolita. Il sondaggio congiunturale condotto dalla Banca d'Italia evidenzia, in particolare, un peggioramento della dinamica delle vendite, con l'eccezione del settore calzaturiero. Gli investimenti hanno risentito negativamente del persistente clima di incertezza e dell'innalzamento del costo del debito. Le esportazioni, al netto del comparto farmaceutico, hanno ristagnato. Il settore delle costruzioni ha rallentato; ha perso slancio l'attività legata alla riqualificazione del patrimonio abitativo, a fronte della tenuta dei lavori in opere pubbliche e della prosecuzione della ricostruzione post-sisma. Il terziario ha risentito dell'indebolimento della spesa delle famiglie; nel comparto del turismo gli arrivi sono stati, nel complesso, lievemente inferiori a quelli dello scorso anno; il calo fra gli italiani è stato compensato solo in parte da un aumento degli stranieri. La liquidità delle imprese è diminuita nel corso dell'anno, pur rimanendo su livelli storicamente elevati.

La fase di espansione dell'occupazione, che aveva portato a superare i livelli antecedenti la pandemia, si è interrotta: nella media del primo semestre il numero di lavoratori è diminuito, a fronte di un aumento in Italia. Il calo si è concentrato nel lavoro autonomo, mentre la componente alle dipendenze è cresciuta in linea con il resto del Paese. Nel settore privato non agricolo, il saldo tra assunzioni e cessazioni di rapporti di lavoro dipendente si è lievemente ampliato, beneficiando anche dell'andamento positivo della componente a tempo indeterminato. Il tasso di occupazione è rimasto sostanzialmente stabile; quelli di attività e di disoccupazione sono diminuiti, riflettendo una minore partecipazione al mercato del lavoro, in un contesto di flessione della popolazione in età attiva.

La dinamica dei consumi si è considerevolmente indebolita, risentendo dell'erosione del potere d'acquisto delle famiglie determinata dall'inflazione. Il clima di fiducia, pur migliorato nella parte iniziale dell'anno, non ha ancora recuperato il livello precedente l'invasione russa dell'Ucraina. Per le famiglie in condizioni di disagio economico è proseguita l'erogazione di sussidi a fronte degli impatti dei rincari energetici, mentre si è ridotta la quota di nuclei familiari beneficiari del reddito di cittadinanza, anche per effetto dei cambiamenti normativi.

I prestiti bancari a clientela residente nelle Marche, la cui crescita si era arrestata a fine 2022, sono nettamente diminuiti nella prima metà dell'anno. È proseguita la contrazione del credito bancario al settore produttivo, in atto dalla fine del 2022; si è accentuato il calo dei prestiti alle imprese di minore dimensione. La domanda di finanziamenti delle imprese si è ulteriormente indebolita a causa sia del rialzo dei tassi di interesse sia delle minori esigenze di finanziamento degli investimenti; i criteri di concessione dei finanziamenti da parte delle banche si sono progressivamente irrigiditi.

Tra i prestiti alle famiglie, le erogazioni di nuovi mutui si sono fortemente ridotte, riflettendo la flessione delle compravendite di abitazioni; la domanda di mutui è stata frenata dall'ulteriore rialzo dei tassi di interesse. Il credito al consumo concesso alle famiglie da banche e società finanziarie ha invece continuato a crescere, seppure in lieve rallentamento.

La qualità del credito alla clientela residente nelle Marche non ha registrato segnali di peggioramento. Il tasso di deterioramento dei prestiti alle famiglie è rimasto sui valori osservati nel 2022; per le imprese è aumentato solo marginalmente, mantenendosi su livelli storicamente contenuti.

I depositi bancari di famiglie e imprese sono diminuiti, dopo il progressivo rallentamento dello scorso anno; la flessione è dovuta alla netta contrazione della componente in conto corrente, mentre sono cresciuti i depositi a risparmio. Il valore di mercato delle attività a custodia presso le banche è invece aumentato in misura marcata, trainato dalla componente delle obbligazioni pubbliche e private, in connessione con la ricomposizione del portafoglio finanziario di famiglie e imprese verso attività più remunerative.

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