N. 6 - L'economia del Friuli Venezia GiuliaRapporto annuale

Il quadro economico

Nel 2022 la crescita dell'attività economica in Friuli Venezia Giulia è proseguita, ridimensionandosi molto nella seconda parte dell'anno, frenata dai rialzi dei prezzi dell'energia e dall'indebolimento della domanda interna ed estera. L'indicatore trimestrale dell'economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d'Italia è salito del 3,7 per cento, in linea con l'andamento del PIL nazionale. La lieve flessione della produzione nell'industria in senso stretto è stata ampiamente compensata dalla crescita di quella delle costruzioni e dei servizi.

Le imprese

Nel 2022 l'industria regionale ha risentito sia dell'indebolimento degli scambi con l'estero nella seconda parte dell'anno, sia dei forti rincari dell'energia, cui essa è particolarmente esposta a motivo della sua specializzazione in comparti con elevato fabbisogno energetico. Per molti operatori l'andamento del fatturato è risultato tuttavia migliore rispetto alle previsioni formulate nella primavera del 2022, che ne prefiguravano una diffusa contrazione. Gli investimenti a prezzi costanti delle aziende industriali si sono mantenuti su livelli moderatamente positivi. In un quadro di incertezza, per il 2023 le previsioni delle imprese sono mediamente orientate a una sostanziale stabilità delle vendite e a una contrazione degli investimenti.

Il settore delle costruzioni ha ancora beneficiato delle agevolazioni fiscali connesse con gli interventi di ristrutturazione, cui si è associato l'aumento degli investimenti pubblici; la crescita degli scambi sul mercato immobiliare si è attenuata. L'attività nei servizi è stata favorita dalla crescita dei consumi delle famiglie, dei flussi turistici e dei traffici portuali.

Nel 2022 la redditività delle imprese non si è deteriorata, nonostante i forti rincari di molti input produttivi. Nel comparto manifatturiero, in particolare, gli effetti dei rincari sono stati in buona parte bilanciati dall'aumento dei prezzi dei prodotti finali, a fronte di una crescita nettamente più debole del costo del lavoro.

L'autofinanziamento e l'utilizzo della liquidità in precedenza accumulata hanno consentito alle imprese di contenere il ricorso al credito bancario, divenuto più oneroso nel corso dell'anno per effetto del rialzo dei tassi di interesse. Nel 2022 i prestiti bancari alle imprese regionali sono diminuiti rispetto all'anno precedente; solo per le costruzioni si è registrato un incremento.

Il mercato del lavoro

Nel 2022 è proseguita la crescita dell'occupazione, soprattutto della componente dipendente a tempo indeterminato. L'incremento del numero degli occupati dipendenti ha coinvolto tutti i settori ed è stato più forte nel turismo e nell'industria in senso stretto. Ciò si è tradotto in una maggiore partecipazione al mercato del lavoro, nonostante la riduzione delle persone in cerca di occupazione. Il ricorso agli ammortizzatori sociali ha continuato a diminuire, restando solo lievemente al di sopra dei livelli pre-pandemici.

Le famiglie

Nel 2022 il reddito delle famiglie residenti in regione è cresciuto a prezzi correnti, favorito dal miglioramento occupazionale, riducendosi però in termini reali a causa del forte incremento dei prezzi. I consumi a prezzi costanti sono aumentati nonostante i rincari e il clima di incertezza; il recupero rispetto ai livelli pre-pandemici è tuttavia ancora incompleto. Il sostenuto aumento dei prezzi dei beni energetici e alimentari ha colpito maggiormente le famiglie più povere, per le quali è maggiore l’incidenza di tali spese su quella complessiva.

Nel corso del 2022, con l'aumento dei tassi d'interesse, si è moderatamente indebolita la crescita del credito alle famiglie, seguendo l'andamento dei mutui immobiliari.

Il mercato del credito

Nel 2022 i prestiti bancari al complesso dell'economia regionale sono rimasti stabili rispetto all'anno precedente: la crescita del credito alle famiglie ha bilanciato la diminuzione di quello alle imprese. All'indebolimento della domanda di credito si è accompagnata una leggera restrizione dell'offerta. La qualità dei finanziamenti bancari in regione è rimasta nel complesso buona, nonostante un modesto incremento del tasso di deterioramento.

Dal lato del risparmio finanziario, l'espansione dei depositi bancari di famiglie e imprese si è pressoché interrotta; il valore dei titoli a custodia presso il sistema bancario è diminuito, anche per effetto della flessione delle quotazioni sui principali mercati finanziari.

 La finanza pubblica decentrata

Nel 2022 la spesa primaria degli enti territoriali del Friuli Venezia Giulia ha continuato a espandersi. Per l'attuazione degli interventi finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), nel periodo 2023-26 si prospetta un considerevole aumento degli esborsi per investimenti degli enti territoriali, specie dei Comuni, rispetto al triennio pre-pandemia. Le entrate hanno ripreso a crescere, soprattutto nella componente tributaria.

Anche nel 2021 la totalità degli enti territoriali del Friuli Venezia Giulia ha riportato un avanzo di bilancio. Dal punto di vista finanziario, l'aumento del debito consolidato nel 2022 è riconducibile prevalentemente a nuovi finanziamenti della Regione.

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