N. 42 - L'economia della SardegnaAggiornamento congiunturale

Nella prima parte del 2022 l'economia della Sardegna ha continuato a crescere, proseguendo il recupero dei livelli pre-pandemici e beneficiando anche del sostanziale azzeramento delle restrizioni alla mobilità. Secondo le stime basate sull'indicatore trimestrale dell'economia regionale della Banca d'Italia (ITER), il prodotto della Sardegna sarebbe aumentato di circa il 5 per cento nei primi sei mesi dell'anno rispetto al periodo corrispondente del 2021, una variazione poco inferiore a quella del Mezzogiorno e alla media italiana. Alla crescita avrebbero contribuito soprattutto i servizi, grazie alla dinamica positiva del turismo, e le costruzioni, la cui attività è stata trainata dalle favorevoli misure fiscali.

Il quadro congiunturale nel resto dell'anno è atteso in rallentamento, per il dispiegarsi, in maniera più incisiva, degli effetti del forte aumento dei prezzi energetici e per l'incertezza sull'evoluzione del conflitto in Ucraina.

Le imprese

Nel settore produttivo regionale l'attività economica è cresciuta nella prima parte dell'anno in tutti i principali comparti, con intensità diverse. Nell'industria è aumentata moderatamente: secondo il sondaggio della Banca d'Italia l'incremento del fatturato nominale ha riguardato quasi la metà delle imprese, mentre la spesa per investimenti è rimasta debole. La dinamica dei costi dell'energia e le difficoltà di approvvigionamento hanno iniziato a incidere sull'operatività del settore, comportando un aumento dei prezzi alla produzione per una frazione rilevante di operatori. Gli incentivi fiscali hanno continuato a sospingere la crescita nelle costruzioni, che è tuttavia risultata in rallentamento rispetto all'anno prima: sono incrementati gli investimenti dei privati, soprattutto nel rinnovo di abitazioni, mentre sono diminuiti quelli in opere pubbliche. L'attività si è intensificata più nettamente nei servizi, ma rimangono nel complesso margini di recupero rispetto al periodo precedente la pandemia. Nel turismo la ripresa della domanda ha coinvolto sia i visitatori italiani sia quelli stranieri, e si è associata a un andamento positivo nei trasporti.

Il mercato del lavoro e le famiglie

Nei primi sei mesi dell'anno in corso è aumentato il numero degli occupati in regione, superando i livelli del 2019. I dati delle comunicazioni obbligatorie del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali indicano che la crescita dei contratti di lavoro subordinato è proseguita anche nei mesi estivi. Nel complesso dei primi otto mesi dell'anno sono stati registrati circa 1.500 contratti in più al netto delle cessazioni rispetto al 2021: a questa differenza ha contribuito esclusivamente la domanda di lavoro a tempo indeterminato, mentre la creazione di posizioni a termine è stata inferiore a quella dell'anno prima. Il miglioramento del quadro congiunturale ha comportato una crescita della partecipazione al mercato del lavoro e una riduzione del tasso di disoccupazione.

I redditi delle famiglie hanno beneficiato della dinamica occupazionale. Si è ridotto rispetto a giugno dello scorso anno il numero delle famiglie percettrici del Reddito o della Pensione di cittadinanza, la cui incidenza rimane superiore a quella nazionale. I consumi continuerebbero a crescere nel complesso dell'anno, ma a un tasso più basso rispetto a quello osservato nel 2021, risentendo del rialzo dei prezzi dell'energia e dei beni alimentari.

Il mercato del credito

È proseguita la crescita dei prestiti concessi al settore privato non finanziario. Quelli alle imprese sono aumentati, rispecchiando una dinamica eterogenea tra settori e classi dimensionali: hanno rallentato i finanziamenti erogati alle aziende dei servizi e quelli agli operatori più piccoli, mentre si sono intensificati quelli concessi alla manifattura e alle imprese di maggiore dimensione. È risultato in accelerazione il credito alle famiglie. La dinamica è dipesa sia dall'espansione dei mutui per l'acquisto di abitazioni, per l'incremento del volume di vendite nel mercato immobiliare, sia da quella del credito al consumo.

Non sono emersi cambiamenti rilevanti nella qualità del credito bancario, con il tasso di deterioramento che è rimasto sui livelli contenuti osservati nel precedente triennio. Si è lievemente ridotta la quota dei finanziamenti in bonis per i quali si è osservato un incremento del rischio di credito percepito dagli intermediari, sebbene rimanga su livelli più elevati rispetto al dato nazionale.

Le giacenze nei depositi bancari delle famiglie e delle imprese residenti in Sardegna hanno continuato a crescere nettamente, ma in rallentamento rispetto alla fine del 2021: alla dinamica positiva dei conti correnti si è associata una riduzione dei depositi a risparmio.

L'inasprimento delle politiche monetarie finalizzato a contenere l'aumento dei prezzi ha fatto emergere i primi segnali di tensione sugli spread medi applicati dagli intermediari finanziari alle imprese e alle famiglie.

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