N. 24 - L'economia della Valle d'AostaAggiornamento congiunturale

Nei primi nove mesi dell'anno è proseguita la crescita dell'economia della Valle d'Aosta, avviatasi a partire dalla seconda metà del 2021. L'andamento positivo è stato diffuso a tutti i settori, interessando con intensità maggiore il comparto turistico.

L'attività industriale ha continuato a mantenersi elevata, sospinta sia dalla domanda interna sia da quella estera. Le esportazioni sono ulteriormente aumentate, trainate dai principali comparti di specializzazione della regione. Gli investimenti, indicati dalle imprese in espansione per l'anno in corso, sono stati solo marginalmente rivisti al ribasso; l'accumulazione di capitale è previsto prosegua nel prossimo anno, anche se a ritmi più contenuti.

Nel turismo la rimozione dei vincoli alla mobilità ha favorito un significativo ritorno dei flussi dall'estero, che si sono fortemente intensificati rispetto al 2021; le presenze di turisti stranieri rimangono tuttavia ancora inferiori ai livelli pre-pandemici, mentre hanno sostanzialmente recuperato quelle relative alla componente nazionale.

Nelle costruzioni è proseguito il favorevole andamento sia nel comparto privato, sostenuto ancora dagli incentivi alle ristrutturazioni, sia in quello delle opere pubbliche.

Il miglioramento del quadro congiunturale si è riflesso positivamente sulla redditività e sulla liquidità delle aziende. Nei primi sei mesi dell'anno i depositi, in particolare quelli in conto corrente, sono aumentati in misura molto ampia, trainati principalmente dalle imprese più grandi; pur in presenza di una diversificazione negli andamenti, l'espansione è risultata comunque diffusa tra i comparti. I finanziamenti al settore produttivo hanno accelerato per le aziende di dimensione maggiore; il credito alle piccole imprese si è invece lievemente contratto. Una marcata eterogeneità si rileva anche tra i settori: i prestiti al terziario e alle costruzioni hanno registrato una significativa flessione, a fronte di una forte crescita per le imprese manifatturiere e, soprattutto, per quelle del comparto energetico. L'aumento dei finanziamenti è proseguito nei mesi estivi, continuando a presentare differenze settoriali e dimensionali analoghe a quelle osservate nel primo semestre. La qualità del credito ha mostrato nel complesso una sostanziale stabilità.

Le condizioni occupazionali sono ulteriormente migliorate. Il ricorso agli strumenti di integrazione salariale si è progressivamente ridotto e parallelamente i flussi in entrata e in uscita dal mercato del lavoro sono tornati nei primi otto mesi dell'anno su livelli simili a quelli del 2019; ne ha beneficiato soprattutto il lavoro stabile.

Il miglioramento del quadro economico ha sospinto la spesa per consumi. Nei primi sei mesi dell'anno, i prestiti alle famiglie hanno segnato un'accelerazione, trainati sia dal credito al consumo sia dai mutui per l'acquisto di abitazioni, nonostante il rialzo dei tassi d'interesse. La crescita dei finanziamenti alle famiglie è proseguita anche nei mesi estivi.

Il forte rincaro dei costi energetici e le perduranti difficoltà di approvvigionamento di alcuni input produttivi, i cui effetti erano stati mitigati dal favorevole andamento dell'attività economica nella prima parte dell'anno, si sono riflessi negativamente sulle aspettative a breve delle imprese formulate dopo i mesi estivi. Le attese risultano peggiori nel comparto dei servizi, dove l'imminente stagione turistica invernale potrà essere fortemente condizionata dall'aumento del prezzo dell'energia, con conseguenti riflessi sulla redditività aziendale. Ulteriori pressioni al ribasso sui margini di profitto a seguito della crescita dei costi di produzione influiscono anche sulle aspettative degli operatori dell'industria. Nell'edilizia, soprattutto residenziale, ai fattori già menzionati si aggiunge anche l'incertezza sulla normativa relativa agli incentivi fiscali.

Il peggioramento del quadro previsionale riferito ai prossimi mesi è solo in parte mitigato dalle aspettative legate all'impiego delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, destinato a esercitare un impatto sull'economia su un orizzonte temporale più esteso.

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