N. 13 - L'economia dell'AbruzzoRapporto annuale

Il quadro macroeconomico

In Abruzzo, come nel resto del Paese, il 2021 è stato caratterizzato da una ripresa dell'attività economica, seguita alla fase recessiva innescata dalla pandemia. Secondo l'indicatore trimestrale dell'economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d'Italia, nel complesso dell'anno il prodotto sarebbe cresciuto del 6,3 per cento (6,6 per cento in Italia in base ai dati dell'Istat; fig. 1.1). Dopo il marcato rimbalzo registrato nel primo semestre rispetto allo stesso periodo del 2020, caratterizzato dal lockdown, il recupero è proseguito nella seconda parte dell'anno, anche se con una dinamica inferiore rispetto a quella dell'economia nazionale. Le crescenti difficoltà nell'approvvigionamento di alcuni input produttivi importati e i rincari dei beni energetici, acuitisi ulteriormente nei primi mesi del 2022 con lo scoppio del conflitto in Ucraina, potrebbero compromettere la prosecuzione della fase di recupero dell'economia regionale.

Le imprese

L'attività produttiva è tornata a espandersi nell'industria e nelle costruzioni, più moderatamente nei servizi.

Secondo le stime di Prometeia, nel corso del 2021 sarebbero stati quasi completamente recuperati i livelli di attività pre-pandemia nell'industria in senso stretto. L'indagine sulle imprese condotta dalla Banca d'Italia segnala una crescita delle vendite rispetto all'anno precedente, in particolare per le aziende con una maggiore presenza sui mercati esteri. Dopo l'indebolimento del processo di accumulazione del capitale rilevato nel 2020, sono emersi dalla rilevazione segnali di ripresa della spesa per investimenti.

Sulle previsioni per l'anno in corso pesano le incertezze legate all'evoluzione delle tensioni sui mercati delle materie prime e dei beni energetici, che hanno già determinato nel 2021 una rilevante crescita dei costi di produzione delle imprese e rallentamenti dell'attività produttiva.

Dopo la forte contrazione registrata nel 2020, le esportazioni sono nel complesso cresciute, anche se negli ultimi due trimestri dell'anno hanno ampiamente risentito del calo delle vendite di mezzi di trasporto. I comparti della gomma e plastica, metalmeccanico e della chimica hanno contribuito positivamente all'incremento dell'export. L'esposizione delle imprese abruzzesi in termini di esportazioni dirette verso le aree in guerra risulta contenuta e in linea con la media nazionale.

Nel settore delle costruzioni la produzione si è portata su valori ampiamente superiori a quelli precedenti la pandemia, beneficiando degli incentivi fiscali per gli interventi di riqualificazione del patrimonio abitativo. Nel comparto immobiliare, il volume delle transazioni è fortemente aumentato, raggiungendo i livelli più elevati dell'ultimo decennio.

Nel terziario, il graduale allentamento delle restrizioni alla mobilità nel corso dell'anno ha favorito il commercio e il turismo, i cui livelli di attività hanno comunque continuato a mantenersi al di sotto di quelli del 2019. Sul finire dell'anno, e nei primi mesi del 2022, la diffusione della variante Omicron e il peggioramento del clima di fiducia hanno rallentato la ripresa dei servizi.

Dopo il marcato calo registrato nel 2020, il tasso di natalità netto delle imprese abruzzesi è aumentato, in particolare nei settori caratterizzati da un elevato livello di intensità digitale.

La redditività delle imprese abruzzesi è tornata a crescere rispetto ai livelli del 2020. La maggiore capacità di autofinanziamento ha inoltre ampiamente sostenuto la liquidità. La domanda di prestiti bancari è diminuita, in un contesto di politiche di offerta degli intermediari ancora sostanzialmente distese.

Il mercato del lavoro e le famiglie

Il quadro occupazionale della regione è migliorato nel corso del 2021. Il numero di occupati è aumentato, come pure la partecipazione al mercato del lavoro, in particolare quella femminile, che si attesta tuttavia su livelli ancora inferiori a quelli precedenti la crisi sanitaria. Rimane ampio in regione, rispetto alla media nazionale, il divario di genere nei tassi di attività, in particolare per le madri con figli in età prescolare.

Relativamente all'occupazione subordinata, le attivazioni contrattuali al netto delle cessazioni sono aumentate, collocandosi su livelli superiori rispetto a quelli del 2019, grazie soprattutto all'andamento positivo nel turismo e nelle costruzioni; la crescita ha riguardato in particolare le posizioni lavorative a termine. Nonostante la graduale rimozione del blocco dei licenziamenti, l'aumento delle cessazioni di contratti a tempo indeterminato è attribuibile principalmente alle dimissioni volontarie. Il contestuale aumento delle assunzioni e delle trasformazioni segnalerebbe tra l'altro una graduale ripresa della mobilità sul mercato del lavoro. Nei primi quattro mesi del 2022 è proseguita la creazione di nuove posizioni lavorative, trainata in particolare dal comparto dell'edilizia e dalle forme contrattuali a tempo indeterminato.

Il reddito delle famiglie abruzzesi è tornato a crescere nel 2021, beneficiando dei miglioramenti del mercato del lavoro e delle misure di sostegno pubblico. I consumi, pur risentendo del rialzo dei prezzi di beni e servizi, sono risultati in ripresa dopo il forte calo del 2020; la propensione al risparmio si è ridotta. I prestiti bancari alle famiglie hanno ripreso a crescere sia nella componente dei mutui, stimolata dalla dinamicità del mercato immobiliare, sia in quella del credito al consumo. La prosecuzione della fase di ripresa dei consumi nell'anno in corso potrebbe tuttavia risentire della perdita di potere di acquisto delle famiglie, ascrivibile al rialzo dei prezzi, e del peggioramento del clima di fiducia seguito allo scoppio del conflitto in Ucraina.

Il mercato del credito

Nel 2021 la crescita dei prestiti bancari all'economia abruzzese si è attenuata, risentendo del marcato rallentamento dei finanziamenti alle imprese. Il flusso di nuovi crediti deteriorati ha continuato a mantenersi su livelli molto contenuti, grazie al miglioramento del quadro congiunturale e alle misure pubbliche di sostegno; le banche hanno tuttavia aumentato la quota di finanziamenti in bonis classificati come rischiosi, in particolare per le imprese che hanno beneficiato della moratoria dei debiti durante la pandemia. La liquidità detenuta sui depositi bancari permane su livelli elevati, sebbene la sua crescita si sia attenuata, in particolare per le imprese, rispetto ai massimi osservati durante il 2020. È proseguito in regione il ridimensionamento della rete distributiva tradizionale delle banche, a fronte di un ulteriore rafforzamento dell'offerta online di servizi finanziari, stimolata anche dalla spinta alla digitalizzazione impressa dalla pandemia.

La finanza pubblica decentrata

Nel 2021 la spesa corrente primaria degli enti territoriali abruzzesi ha rallentato. Rispetto all'anno precedente hanno decelerato le spese per l'acquisto di beni e servizi e si sono ridotti i trasferimenti a famiglie e imprese, i cui andamenti sono stati condizionati dalle misure di contrasto all'emergenza sanitaria. La spesa in conto capitale, dopo cinque anni consecutivi di flessione, è cresciuta in maniera sostenuta, trainata dall'accelerazione nell'implementazione dei programmi delle politiche di coesione. Le spese delle Amministrazioni locali in alcuni rilevanti comparti, come la riqualificazione urbana, la messa in sicurezza del territorio e l'edilizia scolastica, beneficeranno nel prossimo quinquennio delle risorse aggiuntive messe a disposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), riservate per il 40 per cento alle regioni meridionali. L'andamento delle entrate ha continuato a essere influenzato dagli ingenti trasferimenti statali volti a fronteggiare le esigenze dettate dalla pandemia. In controtendenza rispetto all'Italia, il debito delle Amministrazioni locali si è ulteriormente ridotto, portandosi su livelli in linea con il dato medio pro capite nazionale.

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