N. 39 - L'economia della BasilicataAggiornamento congiunturale

Nei primi nove mesi di quest'anno l'economia lucana, analogamente a quanto avvenuto nella media nazionale, ha recuperato in parte il calo registrato nel 2020, beneficiando dell'allentamento delle misure di contrasto alla pandemia e dei progressi nella campagna di vaccinazione.

La crescita ha riguardato tutti i principali settori. Il fatturato delle imprese industriali è notevolmente aumentato: nel comparto degli autoveicoli le vendite sono risultate superiori nel primo semestre di quest'anno rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente; negli ultimi mesi la dinamica sta tuttavia risentendo in misura crescente delle difficoltà negli approvvigionamenti. Nell'estrattivo la produzione si è ridotta, a seguito della temporanea chiusura degli impianti in Val d'Agri per manutenzione; il valore della produzione è tuttavia aumentato, sostenuto dalla ripresa dei corsi petroliferi. Nel complesso del settore industriale la crescita dell'attività si è accompagnata a una ripresa dell'accumulazione di capitale.

Il miglioramento del quadro congiunturale ha riguardato anche le costruzioni, che beneficiano delle agevolazioni fiscali per il recupero del patrimonio edilizio e del forte aumento delle compravendite. Nei servizi, le presenze turistiche, che avevano risentito delle limitazioni agli spostamenti, sono cresciute nei primi otto mesi di quest'anno, ma rimangono di molto inferiori rispetto ai livelli precedenti la pandemia.

L'aumento dell'attività si è riflesso in un incremento della redditività e dell'autofinanziamento, che hanno ulteriormente sostenuto la liquidità delle imprese, riducendone il fabbisogno finanziario. I finanziamenti bancari hanno conseguentemente decelerato per le imprese di tutte le classi dimensionali e dei principali settori produttivi.

Il miglioramento ciclico ha determinato una crescita dell'occupazione regionale. Le attivazioni nette di nuovi contratti di lavoro dipendente nei primi otto mesi dell'anno sono risultate superiori al periodo corrispondente del 2019 e del 2020. La ripresa dell'occupazione e l'allentamento dei vincoli alla mobilità hanno sostenuto la partecipazione al mercato del lavoro, che si era sensibilmente ridotta nei mesi dell'emergenza sanitaria. Il ricorso agli strumenti di integrazione salariale è diminuito, ma rimane sensibilmente più elevato rispetto al periodo precedente la pandemia.

La dinamica congiunturale ha sostenuto, in un contesto di accresciuta fiducia circa l'evoluzione del ciclo economico, i consumi delle famiglie, che nel corso del 2021 dovrebbero però recuperare solo in parte il forte calo dello scorso anno. La ripresa dei consumi e delle compravendite immobiliari ha rafforzato la crescita del credito al consumo e dei mutui per l'acquisto di abitazioni.

Il credito bancario alla clientela residente è aumentato ad agosto con un'intensità analoga a quella della fine del 2020: all'accelerazione dei finanziamenti alle famiglie si è contrapposto il rallentamento di quelli alle imprese. Il tasso di deterioramento è rimasto contenuto, beneficiando della ripresa economica, dei provvedimenti di sostegno al credito e delle indicazioni delle autorità di vigilanza sulla classificazione dei prestiti. Dagli indicatori prospettici emerge una sostanziale stabilità della rischiosità del credito.

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